sabato 16 maggio 2009

Dopo 61 anni, la Nakba continua

Il 15 maggio 2009 si celebro' un anniversario vergognoso: 61 anni dal Nakba palestinese; 61 anni che Israele nega il diritto - internazionalmente riconosciuto - dei profughi palestinesi a tornare nelle loro terre; 61 anni che le nazioni del mondo approvano le spese per i profughi palestinesi come fossero vittime di un disastro naturale, invece di prendere una posizione efficace contro la politica che ha prodotto e prolongato questa tragedia.



A colui che scava nella ferita di milioni la sua strada
A colui che sul carro armato schiaccia le rose del giardino
A colui che di notte sfonda le finestre delle case
A colui che incendia l’orto, l’ospedale e il museo
e poi canta sull’incendio.
A colui che scrive con il suo passo il lamento di madri
orfane di figli,
vigne spezzate.
A colui che condanna a morte la rondine della gioia
A colui che dall’aereo spazza via
i sogni della giovinezza
A colui che frantuma l‘arcobaleno,
stanotte i bambini dalle radici tronche,
stanotte i bambini di Rafah proclamano:
noi non abbiamo tessuto coperte da una treccia di capelli
noi non abbiamo sputato sul viso della vittima
(dopo averle estratto i denti d’oro)
Perché ci strappi la dolcezza
e ci dai bombe?
E perché rendi orfani i figli degli arabi?

da Bambini di Rafah, Samih Al-Qasim






Il recente massacro di Gaza ha riportato alla luce il lungo, sanguinoso conflitto israelo-palestinese e la tragedia del popolo palestinese costretto a vivere in una condizione di assoluta precarietà, di continua minaccia e di costante insicurezza a causa della pesante occupazione israeliana.

I media hanno mostrato le macerie della distruzione portata a Gaza dall’operazione militare "Piombo fuso": un paesaggio desolato, sconvolto dalle bombe che cadevano dal cielo, seguendo la bianca scia del fosforo, un luogo sfigurato dove la vita si fermava con l’avanzare dei carri armati; un cumulo di detriti e di cenere tra cui correvano donne, bambini, uomini sconvolti dalla paura, bruciando come torce; molte persone immobili, a terra, coi corpi feriti e mutilati, a fianco di fratelli, madri, padri, figli, mariti, mogli, morti.

Ma le parole dell’informazione sembravano voler smorzare la crudezza delle immagini, precisando che Israele stava reagendo agli attacchi di Hamas, stava cioè difendendo la sua popolazione dal lancio continuo di missili Kassam sulle sue città al confine con Gaza. Ancora una volta la smisurata forza distruttiva di Israele passava in secondo piano e l’attacco militare risuonava come espressione del suo diritto a difendersi.

Non si dice che Israele, tra il 1948 e il 1967, si è preso più del 78% della terra e continua a occupare la parte restante con nuovi insediamenti e l’ampliamento delle colonie esistenti.

Non si dice che lo stato di Israele nasce e sviluppa la sua politica di egemonia all’interno di una triplice negazione:

  • la negazione dell’esistenza di una comunità araba sulla terra della Palestina storica; il Sionismo infatti perseguiva l’obiettivo di dare una patria agli ebrei della diaspora nella Terra Promessa ai loro padri, partendo da questa premessa: "una terra senza popolo per un popolo senza terra".
  • la negazione dell’identità culturale del popolo palestinese: i palestinesi non sono riconosciuti come un popolo con una sua cultura e una sua storia, ma trattati genericamente come arabi e quindi destinati a vivere nei paesi arabi.
  • la negazione dell’umanità dei palestinesi: per molti israeliani, i palestinesi non sarebbero esseri umani, ma belve sanguinarie, terroristi, che non hanno alcun rispetto per la vita, nemmeno per la loro, visto che trasformano i loro corpi in bombe; perfino le donne palestinesi non sarebbero madri normali perché non soffrirebbero per la morte dei loro figli, li lasciano andare a morire e poi piangono i loro martiri.

Non si dice la verita' quando si parla del conflitto in Israele e Palestina senza denunciare l'occupazione isrealiana come ostacolo fondamentale alla pace.

Le Donne in Nero di Milano hanno preparato un dossier per sostenere un lavoro di contra-informazione per combattere il silenzio e la disonesta' dei media. Copie stampate sono disponibile da marinella.sanvito@fastweb.it. Costano 10 Euro piu' spese di spedizione.

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