martedì 4 agosto 2009

Fermare la pulizia etnica a Gerusalemme Est

Domenica, 2 agosto all'alba, le forze israeliane hanno espulso due famiglie delle loro case nel quartiere di Gerusalemme Est occupata, Sheikh Jarrah- l'ennesimo esempio della politica di pulizia etnica nei territori occupati, e sopratutto a Gerusalemme Est.

Il seguente appello contro le espulsioni di palestinesi dalle case di Sheik Jarrah e di altri quartieri di Gerusalemme Est sara' inviato alla stampa e alle rappresentanze diplomatiche in Israele/Palestina. Manda anche tu il messaggio al nostro governo e rappresentanti diplomatici in Israele: presidenza.repubblica@quirinale. it, gabinetto@esteri. it, luigi.mattiolo@ esteri.it, luciano.pezzotti@ esteri.it


BASTA ESPULSIONI DI PALESTINESI DA GERUSALEMME EST

Domenica 02 agosto e' stato reso esecutivo l'ordine di sfratto pendente su due famiglie palestinesi di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est. Alle prime ore del mattino i soldati dell'IDF hanno costretto con la forza le famiglie al Ghawi e al Hanoun, gia` profughi nel `48, a lasciare le loro case nel quartiere di Sheikh Jarrah, dove risiedevano dal 1956. Al loro posto sono gia' entrati nelle abitazioni coloni israeliani.



“Deploro le azioni totalmente inaccetabili di Israele, per cui le forze israeliane hanno espulso famiglie palestinesi - profughi registrati con l'UNRWA - dalle loro case nel quartiere arabo di Sheikh Jarrah in Gerusalemme Est per permettere dei coloni a prendere possesso degli edifici. Tali azioni sono contrarie alle disposizioni delle Convenzioni di Ginevra riguardanti territori occupati. Le Nazioni Unite respinge le pretese israeliane che questo sia un assunto per le autorita' comunali e tribunali nazionali. Richiedo Israele ad aderire alla legalita' internazionale, fermando e revocando tali azioni provocatorie e inaccetabili."

Robert Serry, Coordinatore Speciale dell'ONU per il Processo di Pace.


Siamo inorriditi dalle espulsioni a Gerusalemme Est. La posizione israeliana che l'imposizione di coloni estremisti in un quartiere antico arabo sia un assunto dei tribunali o il comune e' inaccetabile. Tali azioni sono incompatibili con il desiderio per la pace dichiarato da Israele.

Consulato Britannico a Gerusalemme.


Da settimane la presenza di cittadini e attivisti per i diritti umani palestinesi, israeliani ed internazionali ha sostenuto la determinazione
delle famiglie a non lasciare le proprie case e a non divenire vittime delle politiche di pulizia etnica dello Stato di Israele.

Secondo il Diritto Internazionale Gerusalemme Est fa parte dei Territori Palestinesi Occupati da Israele dal 1967 e la comunita' internazionale e' tenuta a far rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite che vietano il trasferimento di popolazioni cosi' come ogni intervento atto a modificare lo status quo della citta' (cfr. Convenzioni di Ginevra (1949) e Risoluzioni ONU (n. 242 del 1967, 252 del 1968, 267 del 1969, 271 del 1969, 298 del 1971, 465 del 1980, 476 del 1980, 478 del 1980).









La condizione degli abitanti palestinesi a Gerusalemme Est si fa sempre piu' insostenibile a causa delle politiche discriminatorie del Governo occupante che hanno come obiettivo la giudeizzazione della citta' di Gerusalemme creando continuita' territoriale tra Gerusalemme Ovest e gli insediamenti israeliani illegali che circondano Gerusalemme Est.


Dal 1967 ad oggi sono stati costruiti 17 insediamenti che occupano circa il 35% del territorio di Gerusalemme Est, nei quali vivono piu' 200,000 coloni. Fonti OCHA (Office for Coordination of Humanitarian Affairs www.ochaopt.org/) riportano che tra il 1967 e il 2006 sono state demolite piu' di 8500 case palestinesi. Nei soli primi 4 mesi del 2009,OCHA ha registrato la demolizione di 19 strutture a Gerusalemme Est, che comprendono 11 abitazioni civili. Di conseguenza 109 palestinesi, tra cui 60 bambini, si ritrovano sfollati.


Le dirette conseguenze sulla societa' palestinese di tali azioni del Governo Israeliano sono la frammentazione territoriale dei diversi
quartieri di Gerusalemme Est nonche' l'isolamento di Gerusalemme Est dal resto della Cisgiordania, creando di fatto le condizioni per cui Gerusalemme diventi la capitale 'unica ed eterna' dello Stato di Israele in violazione del Diritto Internazionale e delle Risoluzioni ONU.

L'unica difesa a cui possono ricorrere i palestinesi di Gerusalemme e' il sostegno e il supporto della comunita' internazionale, l'unica che puo' esercitare pressione sul Governo Israeliano per revocare immediatamente gli ordini di espulsione dei palestinesi di Gerusalemme Est (Sheikh Jarrah, Citta' Vecchia, Silwan, Bustan, Ras al Amud) e per fermare i piani di costruzione di nuovi insediamenti a Gerusalemme.

Le famiglie al Ghawi, al Hanoun e al Kurd, quest'ultima cacciata dalla propria abitazione nel novembre 2008, sono solo le prime tra le 28 famiglie (500 persone) residenti nel quartiere di Sheikh Jarrah, che sono a rischio di espulsione.

La nuova amministrazione statunitense e l'Unione Europea hanno condannato la confisca, la demolizione delle case palestinesi a Gerusalemme Est e la costruzione di nuovi insediamenti. Chiediamo pertanto al Governo Italiano e piu' direttamente alla rappresentanza diplomatica del Consolato Generale di Italia a Gerusalemme di condannare severamente il governo israeliano per le espulsioni delle famiglie al Ghawi e al Hanoun, e di richiedere al Governo Israeliano che venga cancellato l'ordine di espulsione, che le famiglie cacciate possano rientrare nelle proprie case, che vengano cancellati gli ordini di espulsione per le altre famiglie e che vengano fermati i piani di costruzione degli insediamenti a Gerusalemme Est, come previsto dal rispetto del Diritto Internazionale.


In quanto cittadini italiani chiediamo al Consolato Generale di Italia a Gerusalemme di visitare le famiglie al Ghawi, al Hanoun e al Kurd per portare un messaggio di solidarieta' e sostegno umano e soprattutto politico, come gia' fatto da altri rappresentanti diplomatici europei e statunitensi.