domenica 20 aprile 2014

Libertà per Marwan Barghouti e tutti i prigionieri palestinesi

Uno dei più importanti segni della disponibilità a fare la pace con il tuo avversario è la liberazione di tutti i suoi prigionieri politici, un potente segnale di riconoscimento dei diritti di un popolo e delle sue naturali rivendicazioni della propria libertà. E’ il segnale di inizio di una nuova era, in cui la libertà aprirà la strada per la pace. Occupazione e pace sono incompatibili. 
Dalla Dichiarazione di Robben Island

Il 27 Ottobre nella cella della prigione di Nelson Mandela a Robben Island è stata sottoscritta una dichiarazione che chiede la liberazione di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri politici palestinesi come l'unico modo per arrivare alla pace e alla riconciliazione.


E e così la campagna internazionale è stata lanciata per denunciare le violazioni del diritto internazionale che Israele ha commesso contro il popolo palestinese durante i lunghi decenni di occupazione– tra cui l’assenza di garanzie per un giusto processo, il ricorso alla carcerazione arbitraria, il maltrattamento dei prigionieri, l’uso della tortura, il disprezzo per i diritti dei bambini, la mancanza di assistenza sanitaria per i detenuti malati, il trasferimento dei detenuti nel territorio dello stato occupante e la violazioni del diritto a ricevere visite, così come l’arresto di rappresentanti eletti.

Bambini

Israele è l'unico stato che automaticamente e sistematicamente persegue bambini in tribunali militari senza norme fondamentali del giusto processo. Ogni anno, intorno al 500-700 bambini palestinesi, alcuni di appena 12, sono arrestati, detenuti e processati nel sistema di detenzione militare israeliana. La maggior parte dei bambini detenuti palestinesi sono accusati di lancio di pietre. I bambini arrivano ai centri di interrogazione israeliani bendati, legati e privati ​​del sonno. 
A differenza dei loro omologhi israeliani, bambini palestinesi non hanno il diritto di essere accompagnati da un genitore durante un interrogatorio. Le tecniche di interrogazione sono generalmente mentalmente e fisicamente coercitive, spesso incorporano intimidazioni, minacce e violenza fisica, con un chiaro scopo di ottenere una confessione. In più di uno su cinque casi, i bambini hanno firmato dichiarazioni in ebraico, una lingua che non capiscono
Dal 2000, più di 10.000 bambini palestinesi sono stati arrestati. Oltre 180 bambini palestinesi sono attualmente in carcere.
Carcerazione arbitraria
175 palestinesi sono attualmente detenuti in detenzione amministrativa. La detenzione amministrativa è una procedura che consente ai militari di tenere prigionieri a tempo indeterminato su informazioni segrete senza accuso senza accuse e senza alcuna possibilità di difendersi in tribunale. L'ordine militare 1651 autorizza i comandanti militari di incarcerare una persona per un massimo di sei mesi rinnovabili indefinitamente.
Mancanza di assistenza sanitaria
La condizione di salute dei prigionieri malati e feriti nelle carceri israeliane è una delle questioni più urgenti e critiche che richiedono attenzione immediata alla luce delle condizioni gravi e angoscianti in cui i prigionieri palestinesi vivono. I detenuti devono sopportare negligenza medica deliberata e la mancanza di forniture mediche.

Arresto di rappresentanti eletti

I leader politici palestinesi sono sistematicamente assassinati o arrestati come parte di uuna politica israeliana che mira a sopprimere la vita politica palestinese. Marwan Barghouti è stato il primo parlamentare ad essere arrestato nel 2002. Molti altri avrebbero seguito. A seguito delle elezioni legislative palestinesi del gennaio 2006, l'arresto dei membri del Consiglio Legislativo Palestinese si diffuse. Attualmente, 12 democraticamente eletti parlamentari palestinesi sono nelle carceri israeliane.

In Italia, dal 13 al 17 aprile è stata organizzata una la settimana di mobilitazione per la libertà di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri palestinesi. Tre gli anniversari da non dimenticare: il 13 aprile, morte di Vittorio Arrigoni, il 15 aprile, sequestro di Marwan Barghouthi e il 17 aprile, giornata internazionale per la libertà dei prigionieri palestinesi. Il Comitato Italiano ha invitato ad organizzare iniziative a livello locale, e in alcune città italiane sono state organizzate iniziative di protesta, culturali e commemorative.

Il 15 Aprile, la città di Palermo ha conferito la cittadinanza onoraria a Marwan Barghouthi. Il sindaco Leoluca Orlando l'ha consegnata a sua moglie Fadwa, mentre il 17 aprile in in molte città ci sono state manifestazioni per chiedere la liberazione degli oltre cinquemila detenuti palestinesi.

Ed inoltre l'iniziativa “Un Tango per la libertà: un Tango per Marwan e per i prigionieri palestinesi in 8 città italiane (Roma, Cagliari, Napoli, Milano, Torino, Firenze, Genova – Venezia)- un iniziativa molto particolare e creativa con tanghi del mondo ed eventi artistici.


 


Quando vi verrà chiesto da che parte state, scegliete sempre la parte della libertà e della dignità contro l’oppressione, dei diritti umani contro la negazione dei diritti, della pace e della convivenza contro l’occupazione e l’apartheid. Solo così si può servire la causa della pace e agire per il progresso dell’umanità 

Marwan Barghouti

mercoledì 16 aprile 2014

L'acqua è limpida… gli affari di SODASTREAM in Palestina, NO!


Sodastream, ditta israeliana che produce gasatori per l'acqua di rubinetto, spacciati per prodotti "eco-chic", nasconde delle brutte verità: 

  •  La sua principale fabbrica si trova in un insediamento israeliano nei Territori palestinesi occupati; gli insediamenti sono ritenuti illegali dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, dalla Corte Internazionale di Giustizia e da tutte le istituzioni europee.
  • Finanzia direttamente l’insediamento attraverso le tasse comunali, che vengono utilizzate esclusivamente per sostenerne la crescita e lo sviluppo.
  • Finanzia anche, tramite le tasse comunali, la famigerata discarica israeliana di Abu Dis, dove vengono scaricate 1100 tonnellate di rifiuti israeliani al giorno su terre rubate ai Palestinesi, inquinando corsi d’acqua e terre nelle vicinanze.
  • Sfrutta la manodopera palestinese, sottoponendola a condizioni di lavoro discriminatorie e a licenziamenti indiscriminati, come testimoniano gli stessi lavoratori. L'occupazione israeliana impedisce, del resto, lo sviluppo di un'economia palestinese.

 FINTO AMBIENTALISMO. VERE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI

Con campagne pubblicitarie milionarie, in Italia Sodastream punta a coinvolgere persone, organizzazioni e enti locali che hanno a cuore l’ambiente.


NON CI CASCHIAMO!
 
Legambiente, che aveva stipulato un contratto di sponsorizzazione con Sodastream, venuta a conoscenza delle violazioni dei diritti umani, ha rescisso il contratto. WWF, ignaro, coinvolto in un’iniziativa promozionale di Sodastream, ha negato l’uso del proprio logo. Il Comune di Trieste ha ritirato un prodotto Sodastream previsto come premio per un concorso sulla raccolta differenziata.


Boicotta le bollicine dell'Apartheid israeliana!

 Chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore l'ambiente e i diritti umani di vigilare e di attivarsi per impedire che gli enti locali e le organizzazioni intraprendano rapporti con Sodasatream. Oltre 1400 persone, insieme a 30 comitati, ONG, associazioni e collettivi, hanno firmata la lettera ai rivenditori italiani chiedendo la sospensione della vendita dei prodotti Sodastream.


sabato 12 aprile 2014

Sempre guerre a oriente

Ogni anno rivivo nella mia testa, come se fosse ieri, il giorno in cui la prima bomba fu sganciata e sentii tremare la terra. I suoni di sirene risuonano ancora nelle mie orecchie e rivedo le luci raggianti attraverso la stanza di un'esplosione vicina. Undici anni sono passati dall'ultima volta che ho visto la nostra casa, e ogni anno penso che forse l'anno prossimo sarà migliore e forse sarò di nuovo a casa, a piedi lungo il fiume Tigri a respirare la sua brezza. 


Ogni anno ho lo stesso sogno, la stessa speranza, e ogni anno diventa sempre più difficile. Soprattutto quando il paese è ora governato da sanguinari signori della guerra che si preoccupano dei propri conti bancari molto più di quanto potrebbero fare per il loro paese.
Non si riconosce il popolo, il paese. Tutto ciò che una volta si sapeva è andato, e ciò che resta è l'ombra di un ricordo di un luogo chiamato casa.

Queste sono le parole di Farah Muhsin, una giovane irachena che, rifugiata negli Stati Uniti a causa della guerra, fa ora parte del gruppo femminista e pacifista CODEPINK.

 



La guerra in Iraq, che formalmente è finita, continua a lasciare pesanti conseguenze e nel frattempo molte altre guerre, spesso fomentate dall'esterno, sono scoppiate e continuano a seminare distruzione:

  • l'Afghanistan da oltre dieci anni è occupato da truppe straniere (anche italiane!) che non hanno certo garantito la pace, la democrazia e i diritti delle donne;
  • il Caucaso è stato attraversato da guerre per noi lontane, di cui si è parlato poco e poco abbiamo capito, ma che hanno lasciato pesanti conseguenze sulle popolazioni;
  • la Siria, in questi tre anni di guerra feroce contro tutti ha avuto più di 140.000 morti e milioni di sfollati, cui non si è neppure garantito un canale umanitario per permetterne la sopravvivenza;
  • la Cisgiordania e la Striscia di Gaza continuano ad essere terre occupate e imprigionate, in cui la popolazione è esposta da decenni alle uccisioni, alle distruzioni, alle violazioni di ogni diritto da parte dello Stato di Israele e del suo esercito;
  • ...e oggi i riflettori dei nostri mezzi di comunicazione di massa si puntano sull'Ucraina; in particolare su questo conflitto è chiaro che si stanno ricreando i blocchi contrapposti, che ci ricordano molto la guerra fredda e se ne stanno ridisegnando i confini ad est.

I paesi che stanno su questi "confini" diventano i vasi di coccio schiacciati tra gli interessi contrapposti della Russia da una parte e di Europa e Usa dall'altra, nella completa indifferenza verso il destino delle popolazioni.

Per l'Ucraina si configura lo spettro di uno scontro violento tra la NATO e le forze armate russe, che si stanno fronteggiando. L'Europa si è accodata, ha delegato agli Stati Uniti e alla NATO la gestione della crisi ucraina, incapace di avere un ruolo di mediazione rispetto alla complessità dei problemi accumulati da secoli in queste zone, mescolate per lingue e culture.

L'Italia è chiaramente e consapevolmente all'interno di uno dei due blocchi, quello occidentale, anche se noi come persone non ce ne rendiamo conto: la politica estera italiana è appiattita su quella militare decisa dalla NATO, al di fuori di qualunque controllo democratico, nazionale o europeo.
 

Tutto questo ci riguarda

Siamo contrarie alle politiche armate italiane: non solo per motivi economici rifiutiamo l'acquisto degli F35 e le enormi spese per le “missioni” all'estero da poco rifinanziate dal nuovo governo, ma per esigere politiche di pace e di convivenza delle popolazioni.