martedì 22 novembre 2011

25 ORE IL 25 NOVEMBRE CONTRO LA VIOLENZA - NI UNA MAS.

Il 25 novembre è il giorno stabilito dalle Nazioni Unite nel 1999 come Giorno Internazionale per l'Eliminazione della Violenza Contro le Donne: una data che ricorda l'assassinio nella Repubblica Dominicana nel 1960 delle tre sorelle Mirabal che si opponevano al dittatore Trujillo, per il cui ordine furono uccise. Purtroppo, in questi anni la situazione non è migliorata.
Insieme alle organizzazioni di donne di tutto il mondo, denunciamo la violenza sulle donne, quella politica e legata ai conflitti armati, così come quella domestica che in tutti i paesi è la prima causa di morte per le donne.


Quando in tutto il mondo le donne rivendicano la loro libertà di decidere della propria vita, molti, troppi uomini reagiscono con rabbia infliggendo umiliazioni, esclusioni, percosse e violenze. E’ proprio il persistere della disparità di potere tra uomo e donna a causare i conflitti più diversi, dall’ambito familiare, privato, a quello politico dei rapporti tra le nazioni.


Là dove imperversano guerre e conflitti armati, la voce delle donne è cancellata dal rumore delle armi: alle loro richieste di dignità, rispetto e libertà si risponde con violenze, stupri, omicidi. Non già incidenti di percorso, effetti collaterali, come molti, troppi uomini sostengono, ma strumenti deliberatamente pianificati.

Nell'agosto di quest'anno si è tenuto a Bogotà in Colombia il XV Incontro Internazionale delle Donne in Nero: abbiamo così potuto conoscere la difficile situazione delle donne colombiane in particolare quelle che vivono nella città di Buenaventura dove tutti gli attori armati sono presenti, dai paramilitari alla guerriglia, dai narcotrafficanti all’esercito, alla polizia, in lotta per il controllo del territorio. 
Ne deriva una pesante militarizzazione della vita civile, una concezione della sicurezza basata sul ricorso alle armi, la delazione, la violenza come forma di gestione dei conflitti, con gravi conseguenze sulla vita della popolazione, soprattutto femminile.

Ma le donne sono anche molto organizzate e reagiscono chiedendo giustizia con coraggio e tenacia.

Il 24-25 Novembre a Buenaventura 
Le donne colombiane della Ruta Pacifica lancieranno 25 ore di attività:

  • Programmi radio di coscientizzazione sulla violenza contro le donne. I programmi radio dureranno fino alle 05:00 del mattino. Questa ora la chiamiamo "Alborada" (o "amanecer") e sarà molto rumorosa per rendere visibile la giornata nella comunità.

  • Attività nei diversi quartieri e istituzioni educative.

  • A mezzogiorno saranno in piazza dove ci saranno degli schermi videomessaggi di solidarietà saranno mostrati

  • Alle 14:00 alla Camera Di Commercio i risultati dell'indagine sulle cifre della violenza sulle donne saranno resi pubblici. I saluti delle donne in nero italiane, spagnole, e statunitensi verranno ricevuti.
  • Alle 19 viene organizzato un atto centrale delle Donne in Nero e della Ruta Pacifica, atto molto importante perché dà inizio alle attività della notte che realizzeremo nel centro della città, visitando bar, "negocios de fiestas y ruidos", sfidando un po' il pericolo, per coscientizzare tutti su questo tema; staremo così fino all'una di notte.
Noi, come Donne in Nero, ci siamo impegnate a promuovere nei nostri paesi varie iniziative a sostegno delle donne della Colombia.

Cosa facciamo in Italia intorno al 25 novembre  



Si terranno vigil delle Donne in Nero sulla situazione delle donne colombiane;

18 Novembre a Torino

25 Novembre:

  • A Padova, Piazza dei Signori, ore 16.00

  • A Schio, Piazza A. Rossi, Ore 18.00

  • A Bergamo, davanti a Palazzo Frizzoni, Ore 16.30

  • A Bologna, Piazza Re Enzo , Ore 17.30

  • E anche a Como e Fano.
26 Novembre
  • A Alba, Via Maestra davanti a S. Damiano, Ore 18.00

  • A Udine, Piazza Belloni, Ore 16.30

  • E anche a Ravenna e Verona
Altre attività:
23 Novembre


  • Le Donne in Nero di Bologna avranno una connessione via Skype con la Ruta Pacifica a Medellin;

  • A Torino, incontro con studenti delle scuole superiori e con altre organizzazioni

25 Novembre

  • Saranno inviati videomessaggi alle donne colombiane dal Comune di Bologna e da altre città dei dintorni, organizzati con i gruppi e le associazioni che hanno incontrato Teresa Aristizabal durante il suo soggiorno in Italia.

  • A Fano, in serata, proiezione di un film contro la violenza sessuale nei conflitti armati.

  • A Napoli, attività con il Comune di Napoli e altre associazioni di donne, Maschio Angioino, Sala della Loggia, ore 16-19.

  • A Padova, si terrà un flash-mob che sarà registrato e inviato come videomessaggio in Colombia.

  • A Torino le Donne in Nero parteciperanno all'incontro organizzato da Amnesty International sulla loro campagna contro la violenza sulle donne in Colombia, Bistro Pausa Cafe, Corso Torino 78, Gruigliasco, ore 21.
27 Novembre
  • A Torino, incontro pubblico sulla violenza contro le donne, in Colombia e in Sud America.

Inoltre:

  • Continuiamo a raccogliere firme di singoli/e sulla lettera preparata per l'Ambasciata Colombiana in Italia, di cui abbiamo già spedito molte copie

  • Abbiamo anche preparato lettere che abbiamo inviato alle nostre Parlamentari e alle Palamentari EU;

  • Abbiamo anche chiesto a membri delle istituzioni locali, come il Comune, la Commissione pari Opportunità, o simili, di prendere posizione contro la violenza sulle donne e il femminicidio, e di scrivere una dichiarazione da inviare alle corrispondenti istituzioni in Buenaventura.

Videomessaggi

Torino abbraccia Buenaventura (3 parti)









Provincia di Bologna

martedì 15 novembre 2011

Liberate i Freedom Riders Palestinesi


Colui che accetta passivamente il male è tanto coinvolto quanto chi aiuta a perpetrarlo. Accettare il male senza protestare contro di esso è davvero cooperare con esso

Martin Luther King

Oggi, un gruppo di palestinesi ha messo in campo un'azione per protestare contro le politiche di segregazione, in West Bank, tentando di prendere un autobus per Gerusalemme, interdetto ai Palestinesi.

Sono riusciti a prendere il quinto autobus che è passato (gli altri non si sono fermati), arrivando fino al checkpoint di Hizma, seguiti dai soldati israeliani.
Una volta lì, l'autobus è stato fatto entrare, intenzionalmente, per pochi metri sul lato israeliano, l'autista è stato mandato via, i soldati hanno circondato l'autobus e ai Palestinesi sono stati controllati e ritirati i documenti. Inviati a scendere, i palestinesi hanno offerto una resistenza passiva, reclamando il proprio diritto ad andare a Gerusalemme. Poi i soldati li hanno fatto scendere con la forza.

Sono stati tutti portati al posto di polizia di Atarot. L'accusa è di "ingresso illegale" in Israele.

Scriviamo a Netanyahu e al Governo israeliano, chiedendo il rilascio dei "Freedom Riders" Huwaida Arraf, Fadi Quran, Mazen Qumsiyeh, Bassel Al Araj, Badee' Kweik e Nadeem Alsharbati:

bnetanyahu@knesset.gov.il
noc@tehila.gov.il

domenica 13 novembre 2011

Freedom Riders Palestinesi Sfidano la Segregazione


Attivisti palestinesi dei comitati popolari ripeteranno i viaggi del Movimento per i diritti civili negli Stati Uniti verso il Sud salendo in Cisgiordania sugli autobus pubblici israeliani segregati, verso Gerusalemme est occupata.


Quando:
martedì 15 novembre 2011 -
punto di incontro al Palazzo della cultura di Ramallah.




Martedì prossimo, attivisti palestinesi tenteranno di salire sugli autobus pubblici israeliani che andranno dalla Cisgiordania a Gerusalemme est occupata, come atto di disobbedienza civile ispirata dal movimento statunitense per i diritti civili degli anni '60.


Cinquanta anni dopo quei "viaggiatori per la libertà" che organizzarono percorsi di autobus con bianchi e neri per le strade del Sud statunitense segregato, i viaggiatori della libertà" palestinesi affermeranno il loro diritto alla libertà e dignità creando scompiglio nel regime militare dell'occupazione, attraverso la disobbedienza civile.




I viaggiatori della libertà intendono mostrare i tentativi di Israele di tagliar fuori Gerusalemme est occupata dal resto della Cisgiordania e il sistema di apartheid che Israele ha imposto ai palestinesi nei territori occupati.


Alcune compagnie israeliane, tra cui Egged e Veolia, gestiscono decine di linee che attraversano la Cisgiordania e Gerusalemme est occupate, molte di loro vengono finanziate dallo Stato. Attraversano diverse colonie israeliane, collegandole tra loro e con le città in Israele. Anche per alcune linee che collegano Gerusalemme ad altre città in Israele, come Eilat e Beit She'an, è previsto il passaggio attraverso la Cisgiordania.

Gli israeliani non subiscono quasi nessuna limitazione alla loro libertà di movimento nei territori occupati palestinesi ed è concesso loro perfino di insediarvisi, contro il diritto internazionale. Invece, ai Palestinesi non è consentito entrare in Israele senza un permesso speciale delle Autorità israeliane. Perfino il movimento dei palestinesi all'interno dei territori occupati è pesantemente limitato, poiché l'accesso a Gerusalemme est occupata e circa l'8% della Cisgiordania nell'area di confine sono vietati, senza analogo permesso.


Dato che ufficialmente non è proibito ai palestinesi di usare il trasporto pubblico israeliano in Cisgiordania, queste linee sono effettivamente segregate, dal momento che molte di loro passano attraverso insediamenti solo ebraici, ai quali è vietato l'accesso ai palestinesi per decreto militare.


http://www.popularstruggle.org/

sabato 12 novembre 2011

NO AGLI F35



L'acquisto e l'assemblaggio di cacciabombardieri F-35 nello stabilimento che Lockheed Martin ed Alenia stanno facendo costruire all'interno dell'aeroporto militare di Cameri, a pochi chilometri da Novara, costituiscono l'ennesimo spreco di soldi pubblici.

La ditta vicentina Maltauro, che ha vinto l'appalto per la costruzione dei capannoni dall'inizio del 2011, ha cominciato i lavori.

Mentre si tagliano spese sociali, sanità, pensioni, scuola, ecc., si spendono venti miliardi di euro per produrre strumenti di morte e distruzione (131 sono i cacciabombardieri che saranno acquistati dall'Italia).



Scarse saranno le ricadute occupazionali sul territorio; al contrario queste risorse saranno sottratte ad altre attività socialmente utili che creerebbero posti di lavoro e benefici sociali (energie pulite e rinnovabili, servizi sociali, istruzione, ricerca, cultura, difesa del territorio, ecc.)

Inderogabili ragioni morali contrarie alla guerra e a tutte le fabbriche di armi, unite alla pesante crisi economica, che viene fatta pagare ai cittadini (soprattutto ai ceti sociali più deboli) e tocca le tasche e la vita di tutti, ci costringono a prendere una posizione chiara e decisa.

Per questo continuiamo un percorso di decisa critica pubblica al progetto e proponiamo una Manifestazione di carattere nazionale da tenersi a Novara nella giornata di sabato 12 novembre 2011.


Chiediamo l'apporto plurale di diverse realtà che concordino nel contrastare la costruzione e l'acquisto dei cacciabombardieri F-35 (ed il relativo spreco di almeno venti miliardi dei nostri soldi) e rivolgiamo un appello a tutte/i ad aderire e partecipare.