sabato 12 luglio 2014

Paura e Odio

In questo momento di tremenda sofferenza e paura, insistiamo sul fatto che tutti i palestinesi e gli israeliani meritano la sicurezza, giustizia e uguaglianza, e piangiamo tutti i morti.

Ogni morte è un'agonia per quelli che hanno perso una persona cara, ma non si può negare che questa violenza è caduta prevalentemente ai palestinesi. Questa violenza ha una causa principale:  


l'occupazione illegale della Palestina da parte di Israele.

  • La negazione dei diritti umani dei palestinesi deve finire.
  • Gli insediamenti illegali deve finire
  • I bombardamenti di civili devono finire
  • L'uccisioni di ragazzi deve finire
  • Valorizzare la vita degli ebrei a scapito di altri, deve finire.
In Palestina occupata, l'uccisione e la mutilazione dei giovani sono diventate parte della vita quotidiana, tanto che molti al di fuori della Palestina sono diventati immuni alla notizia che l'esercito israeliano ha ucciso un altro ragazzo disarmato. Ma dopo la sparizione di tre giovani israeliani l'attenzione si è concentrata sulla Palestina e la risposta israeliana al presunto rapimento.

Il governo israeliano ha fatto tutto quanto in loro potere per aumentare la tensione su entrambi i lati. L'operazione, che secondo il governo era una ricerca per i ragazzi, assomigliava alle punizione inflitte alle popolazioni sotto occupazione durante la seconda guerra mondiale con rastrellamenti di massa, violenza gratuita e distruzione di proprietà. Certamente non e' stata un'operazione di polizia per trovare i ragazzi spariti. 


Ora si scopre che il governo israeliano aveva già prove solide fin dall'inizio che i ragazzi erano già morti, e forti sospetti su chi erano i colpevoli. Con ordinanza del tribunale, questa informazione è stata tenuta segreta da tutti, comprese le famiglie, prolungando la loro agonia, ma servendo come pretesto utile per i rastrellamenti di palestinesi che chiaramente non aveva niente a che fare con gli omicidi. Punizione collettiva, infatti, un crimine secondo il diritto internazionale. E ora la punizione è diretta verso Gaza, dove il numero di morti da bombardamenti di una delle aree più densamente popolate del mondo, è in aumento di ora in ora.


 

Coloro che uccidono devono assumersi la responsabilità, se siano coloni estremisti, palestinesi, soldati con il grilletto facile, o piloti dei bombardieri semplicemente seguendo gli ordini di bombardare case, scuole e orfanotrofi del nemico. 

Ma c'è un altro colpevole che è l'occupazione ed i governi israeliani successivi di tutti i colori che l'hanno mantenuta durante decenni, espropriando, umiliando, imprigionando e uccidendo i palestinesi; diffondendo paura e odio fra la loro gente, insegnando i giovani a odiare e disprezzare i palestinesi e di vederli come meno che umano. Permettendo o addirittura incoraggiando i giovani soldati di usare forza letale contro i palestinesi disarmati, e garantendo loro l'impunità. Mettendo in chiaro che prendere la vita palestinese non è qualcosa che sarà punito.

Quindi non è da meravigliarsi che dopo che il governo aveva messo la colpa per la sparizione dei ragazzi sulla popolazione palestinese intera, la scoperta dei loro cadaveri ha innescato una tempesta di odio e di violenza contro i palestinesi che ricorda  pogrom o linciaggi, e che si è culminata nell'omicidio di Muhammad Hussein Abu Khdeir bruciato vivo da 6 ebrei. Sembra che ci siano minori tra i suoi assassini - una tragica testimonianza al degrado che l'occupazione ha portato in ampie fasce della popolazione israeliana, che vive in una cultura di crescente razzismo e disumanizzazione dell'altro.

La speranza risiede ancora in coloro che rifiutano di essere nemici - gli israeliani che sono andati al villaggio di Muhammed Abu Khdeir per dolersi con la famiglia, le famiglie di Naftali Fraenkel e Muahmmad Abu Khdeir che si sono incontrati a condividere il loro dolore, i palestinesi che hanno visitato la famiglia di Naftali Fraenkel durante il periodo di lutto, i membri del Parents Circle, israeliani e palestinesi che hanno perso figli nel conflitto, e che dal loro dolore lavorano per la pace e la riconciliazione.

"La risposta non è quella di cercare vendetta, perché non ci incontreremo mai i nostri cari, e invece si creerà ulteriori vittime. La pace è la risposta. Il nostro sangue è lo stesso e il nostro nemico è lo stesso: l'occupazione, l'oppressione, l'odio e la paura.

Bassam Aramin, portavoce palestinese del Parents Circle. 

 
 
La speranza è nella compassione dei cuori umani che rimangono aperti nonostante la sofferenza

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