venerdì 10 giugno 2011

Assassinata Ana Fabricia Córdoba, donna , compagna e appartenente alla Ruta Pacífica de las Mujeres


Insieme alle sorelle della Ruta Pacifica de las Mujeres:


Esigiamo Giustizia





Ana Fabricia aveva denunciato minacce contro la sua vita, ma non aveva ricevuto protezione.







Bogotá - Colombia. 8 giugno 2011. Con profondo dolore dobbiamo denunciare la morte della nostra amica e compagna, ANA FABRICIA CORDOBA CABRERA, avvenuta ieri nel comune nord orientale di Medellín.
Ana Fabricia aveva preso un bus verso le 10.30 del mattino, nel quartiere La Cruz, dove abitano varie famiglie sfollate; poco dopo Ana Fabricia fu intercettata da alcuni uomini in moto che le spararono uccidendola.

Lo stato fu negligente. Ana Fabricia aveva denunciato il rischio che incombeva sulla sua vita alle autorità giudiziarie e alla Polizia Nazionale; ed aveva anche denunciato il suo caso pubblicamente nel Comitato Metropolitano dei Diritti Umani dove aveva detto: “Mi ammazzeranno e nessuno fa niente”, questo accadde a Medellín in aprile di fronte ad autorità locali e nazionali; ma non fu sufficiente per ottenere la protezione richiesta.

Ana Fabricia faceva parte della Ruta Pacífica de las Mujeres dal 2001, e del Gruppo di donne “aventureras gestoras de derechos” del quartiere la Cruz del Municipio di Medellín e fondatrice di Latepaz, organizzazione comunitaria che lavora per il miglioramento della qualità della vita delle e degli sfollati e delle vittime della violenza.

Ana Fabricia Córdoba arrivò come sfollata a Medellín nel 2001 dopo l’assassinio di uno dei suoi figli, presumibilmente ad opera del Bloque Bananero delle autodefensas di Urabá [paramilitari], nel Dipartimento di Antioquia; il 7 luglio 2010 il secondo dei suoi figli fu assassinato a Medellín. Ultimamente stava lavorando per la restituzione di terre nel Urabá Antioqueño e nel quartiere la Cruz da dove anche era stata spostata un’altra volta.

Di fronte a questo assassinio la Ruta Pacífica de las Mujeres denuncia:
  • La negligenza dello Stato che non ha offerto protezione alla nostra compagna e alle altre donne che sono minacciate e perseguitate dai diversi gruppi armati.
  • La mancanza di indagini sui fatti denunciati: lo Stato avrebbe dovuto agire di fronte alle denunce di Ana Fabricia.

Esigiamo:

  • Protezione urgente per la famiglia di Ana Fabricia.
  • Che le autorità competenti indaghino, chiariscano e giudichino i responsabili di questi fatti.
  • La verità su volantini e minacce che circolano contro le organizzazioni di donne, tra cui la Ruta Pacifica e altre.
  • Che si offrano alle donne forzatamente sfollate, alle loro famiglie e alle loro organizzazioni, le garanzie necessarie per la loro protezione, siano ristabiliti i loro diritti, senza che il fatto di esigerle si converta in ulteriori minacce contro la loro vita come sta accadendo.

Noi donne vogliamo vivere libere da paure, guerre e violenze


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