lunedì 7 marzo 2011

Per la libertà e la giustizia. Contro la repressione e la pena di morte


Da oltre un mese ci arrivano notizie di ribellioni che si moltiplicano e si estendono dalla Tunisia all’Egitto, dall’Algeria allo Yemen, dalla Libia al Bahrein; si tratta di grandi manifestazioni popolari contro regimi dispotici e corrotti; donne e uomini, giovani e anziani/e chiedono pane e libertà, dignità e giustizia, equità sociale e partecipazione democratica.

Come Donne in Nero contro la guerra sentiamo il dramma delle repressioni sanguinose che stanno portando a centinaia le vittime in questi paesi: i poteri violenti stanno conducendo una vera guerra contro le persone inermi.

Anche il popolo iraniano, dopo trent’anni di vita difficile sotto la repressione del governo teocratico islamico, con l’azione pacifica del
Movimento Verde, chiede democrazia. La risposta del governo, però, è stata: pallottole, prigione, torture, condanne a morte.

Il recente e terribile incremento delle condanne a morte e la costituzione di tribunali ingiusti, stanno causando, ogni giorno, la morte di innumerevoli prigionieri politici e non. In base ai rapporti che ci sono giunti dall’Iran, dal 1 al 27 gennaio 2011 sono state eseguite 106 pene capitali, cioè una media di 20 esecuzioni a settimana, e molte persone sono ancora in lista.

Da molti mesi un gruppo di coraggiose madri iraniane ha protestato chiedendo l’abolizione della condanna capitale, la liberazione dei prigionieri politici, la punizione dei responsabili dei crimini compiuti negli ultimi trentuno anni. Le madri si riuniscono ogni settimana in Park Laleh, a Teheran. (v. Il loro sito in inglese http://www.madaraneparklale.org/p/about-us.html). Sono le madri in lutto - madri dei martiri degli ultimi 32 anni. Esse non chiudono gli occhi sulla perdita dei loro figli e chiedono che gli esecutori e i mandanti delle esecuzioni di massa, delle esecuzioni individuali, delle torture, delle violenze, degli assalti alle case ai dormitori degli studenti dagli anni 80 ad oggi vengano puniti. Come risposta, il regime le ha prese di mira, fermandone alcune e arrestandone altre, per soffocare le loro richieste di giustizia.

La rete delle Donne in Nero italiane da tempo conosce e sostiene questa lotta. Il 25 febbraio scorso, insieme a Amnesty International, ha partecipato a una conferenza stampa che si è tenuta nella Casa Internazionale delle Donne a Roma, in cui hanno intervenuto anche Luisa Morgantini, Sabri Najafi e Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003, donne che da sempre lottano per il rispetto dei diritti umani, malgrado i rischi che questo comporta.

Insieme alle madri di Laleh, chiediamo:
  • La libertà per tutti i prigionieri politici e di coscienza
  • La fine delle esecuzioni che solo nel mese Gennaio e l’inizio del mese Febbraio 2011 erano più di 100 persone.
  • L’abolizione della Pena di Morte.

Sosteniamo le lotte nonviolente delle madri di Park Laleh e della società civile iraniana; ci impegniamo a dare voce a queste donne e a far conoscere la situazione e il loro coraggio, completamente ignorati dai mezzi di comunicazione




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