Le Donne in Nero aderiscono alla campagna internazionale contro la costruzione di un treno ad alta velocità che collegherà Gerusalemme e Tel Aviv in cui è coinvolta un'azienda italiana, Pizzarotti.
Un rapporto diffuso dalla Coalizione di Donne per la Pace in Israele attraverso il loro progetto di ricerca Who profits?, dimostra come il percorso del treno entra nei territori occupati, comportando ulteriori perdite di terra per le comunita palestinesi che non potranno nemmeno utilizzarlo. La costruzione in cui Pizzarotti prende parte è illegale, dal momento che il diritto internazionale vieta all’occupante di utilizzare le risorse dell’occupato esclusivamente a beneficio dei propri cittadini.
La scelta di costruire nei territori occupati non era neanche necessario per realizzare il progretto. Come dice Dalit Baum, recercatrice della Coalizione di Donne per la Pace:
è significativo, anche se non stupefacente, scoprire che per i pianificatori israeliani è più facile sottrarre terra ai palestinesi e incorrere nel rischio di essere perseguiti per la violazione del diritto internazionale, piuttosto che confrontarsi con le esigenze di cittadini israeliani che potrebbero lamentare l’eccessiva vicinanza della ferrovia alle loro case o la svalutazione delle proprietà immobiliari o il peggioramento della qualità dell’aria e della vista dalle loro finestre. Sembra che i confini internazionalmente riconosciuti di Israele siano totalmente insignificanti agli occhi degli ingenieri israeliani, che quindi possono attraversarli appena questo risulti conveniente o più facile per i loro progetti.
Appello Pizzarotti
Da Amisnet.org un'intervista con Jamal Jumma’, Stop the Wall Abu Fares, comitato popolare di Beit Surik Abu Shadi, comitato popolare di Beit Iksa Dalit Baum, Who Profits from the Occupation Hagit Ofran, Peace Now Massimo Rossi, Vento di terra |
Appello Pizzarotti
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