Esprimiamo una ferma condanna dell' assassinio di una famiglia della colonia di Itamar, nei pressi di Nablus.
Nessuna azione di resistenza può uccidere bambini. Non solo perchè è illegale ma perchè non è umano.
Il risultato di questa azione può portare solo maggiore violenza e non certamente la libertà a cui ha diritto il popolo palestinese.
A questo atto criminale Israele risponde, chiudendo ermeticamente la città di Nablus, ancora una volta con la rappresaglia e con la punizione collettiva di un'intera popolazione.
Una popolazione, quella palestinese, che già vive sotto un'occupazione militare brutale, che impedisce la libertà di movimento, confisca terre, demolisce case, sradica alberi, tiene la popolazione di Gaza sotto assedio, reprime la resistenza popolare nonviolenta e sostiene la follia dei coloni che giornalmente attaccano civili palestinesi, compresi bambini, come quelli di At Tuwani.
Le autorità Israeliane cercano di addossare la responsabilità dell'azione e ricattare l' Autorità Nazionale Palestinese, ma la responsabilità di questo atto criminale ricade sulle persone che l'hanno realizzata.
E' questo il frutto avvelenato della politica di colonizzazione israeliana e della complicità della Comunità Internazionale, che non impedisce ad Israele di violare continuamente la legalità Internazionale e i diritti umani.
Ribadiamo il nostro cordoglio per la morte dei bambini israeliani, la nostra solidarietà ai palestinesi colpiti dalla reazione israeliana, il nostro impegno a continuare nella lotta pacifica e nonviolenta insieme ai Comitati Popolari che hanno condannato l'attacco di Itamar e ribadito la scelta della resistenza nonviolenta contro il muro e l'occupazione militare israeliana, lotta che portano avanti insieme a quegli israeliani che rifiutano la politica coloniale del loro governo, e a quegli internazionali che mostrano ai loro governi la strada dell'affermazione del diritto e della legalità internazionale:
I Comitati Popolari ci impegniamo per la nonviolenza e la disobbedienza civile nella nostra lotta per porre fine all'occupazione israeliana. Anche se il reato è stato commesso in una terra colonizzata, vediamo l'uccisione di bambini come un crimine spregevole, indipendentemente dalla loro nazionalità, sesso, colore, razza o religione
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