venerdì 12 dicembre 2008

A 60 Anni dallla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. A 60 anni di quella dichiazione, abbiamo ricevuto una lettera da un nostro amico, Dr Yousef Salman, Delegato della Mezza Luna Rossa Palestinese in Italia:

Sono trascorsi, ormai, sessant'anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Leggendo il testo della Dichiarazione, provo sentimenti contrastanti. Rispetto, ammirazione, condivisione totale per quanto in essa sancito: i diritti inalienabili di ogni individuo senza discriminazioni di sorta.

Ma è difficile, poi, frenare l'angoscia quando penso ai tanti uomini e donne che, ancora oggi, non godono appieno di questi diritti. Ai molti bambini che ancor prima di nascere, ne sono già privi...A tutti coloro i quali subiscono una guerra. A coloro che vorrebbero una vita semplice e dignitosa ma che a causa dei conflitti, dell'essere povero, delle malattie, della privazione della propria libertà, si vedono negata la vita stessa.

Oggi è un giorno nel quale provo anche amarezza per i bambini di Gaza e per chi non conosce diritti ma, nello stesso tempo spero che il 10 dicembre, in un tempo non troppo lontano, diventi il giorno della celebrazione dei diritti riconosciuti ed esercitati da tutti, dei diritti dati per scontato per ognuno.

Ci fa riflettere che alla data della dichiarazione universale dei diritti umani, il Nakba (disastro) del popolo palestinese era già in corso, e che in tutti questi 60 anni, il disastro e la negazione dei diritti fondamentali di quel popolo non hanno mai cessato.
Ecco alcune degli articoli della Dichiarazione Universale che vengono violati sistematicamente, ogni giorno nei territori occupati palestinesi.

Articolo 3: Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Dall'anno 2000, più di 4500 palestinesi sono stati uccisi dall'esercito israeliano. la maggior parte erano civili e quasi 1000 erano minorenni. C'è chi è morto mentre studiava nella scuola, chi mentre tornava a casa dalla scuola, chi mentre giocava a calcio.

Articolo 9: Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

Il governo di Israele usa ancora uno strumento dell'amministrazione coloniale: la detenzione amministrativa. La detenzione amministrativa è una forma di detenzione
senza formulazione di accuse o processo, autorizzata da un ordine amministrativo invece che da un decreto giudiziario. Gli ordini di detenzione amministrativa possono essere rinnovati all'infinito.

Attualmente, ci sono più di 8500 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, fra cui più di 300 minorenni e 570 detenuti con ordini di detenzione amministrativa.

Inoltre, ci sono 4.6 millioni di profughi palestinesi registrati con le Nazioni Unite che vivono nell'esilio forzato nonostante il diritto, riconosciuto per la legge internazionale di tornare nella loro terra.


Articolo 13: Ogni individuo ha diritto alla libertà di movim
ento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

Nei territori palestinesi occupati da Israele, non c'è nè libertà all'intern
o dei territori nè la possibilità di uscire e rientrare.
Un insieme di checkpoint, il Muro dell'Apartheid, ostacoli fisici e un sistema di
controlli ha di fatto tagliato la Cisgiordania in tre aree distinte più Gerusalemme Est. All’interno di queste aree sono state create delle ulteriori enclave – anche queste circondate da checkpoint e blocchi stradali – che hanno determinato l’isolamento delle comunità palestinesi da quelle confinanti. La Valle del Giordano è praticamente isolata per i palestinesi dal resto della Cisgiordania.
Gaza è totalmente isolato dal mondo, e anche quelli che hanno bisogno di uscire per cu
re mediche urgenti, sono bloccati, prigionieri dall'assedio imposto da Israele e sostenuto anche dai governi della Unione Europea.

Articolo 16:
Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia.

Dal 1967 Israele ha il controllo totale del registro della popolazione palestinese ne
i territori occupati. Israele decide chi può e chi non può vivere in Palestina, anche separando famiglie. Dal 2000 Israele non accetta più richieste per riunificazione famigliare per palestinesi residenti nei territori occupati che sono sposati con stranieri. Attualmente ci sono circa 120.000 richieste bloccate.


Articolo 17 : Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

Nel 1950, Israele promulgò la Legge di Proprietà degli Assenti. La legge trasferisce al controllo dello Stato tutte le proprietà, incluse le terre, abbandonate da tutte quelle persone che furono espulse o che fuggirono dalle loro case durante il conflitto israelo-arabo del 1948. Le proprietà sono trasferite al Custode dello stato senza che gli assenti abbiano diritto a risarcimenti. Nel 2004, il governo d'Israele comminciò ad applicare questa legge anche a proprietà palestinese a Gerusalemme Est occupata.

Invece, nella Cisgiordania sono gli ordini militari che si usa per confiscare le terre palestinesi. Decine di migliaia di ettari sono stati definiti "aree militari chiuse". Dopo un tempo che le terre non sono più coltivate, vengono definite abbandonate e spesso trasferite agli insediamenti israeliani illegali.


Per un'amara coincidenza, questa settimana dell'anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ci è arrivata ancora una prova della complicità dei governi europei nella negazione ai palestinesi dei diritti fondamentali. Il Consiglio Dei Ministri della Unione Europea ha deciso di procedere a un rafforzamento dei rapporti con Israele.

Anche se il documento, pubblicato il 9 dicembre parli di un rapporto che dev'essere basato sul rispetto per i diritti umani, si nota subito, che tale rispetto e i passi necessari per dimostrarlo non sono condizioni senza le quali il rapporto non possa andare avanti. C'è solo un semplice "invito" al governo israeliano di migliorare le condizioni di vita dei palestinesi che vivono sotto occupazione militare per più di 40 anni. La parola "diritti" non appare. Un semplice invito, che può essere semplicemente respinto, senza conseguenze.

Abbiamo una malattia inguaribile: la speranza.
La speranza della liberazione e dell’indipendenza.
La speranza di una vita normale in cui non siamo nè eroi nè vittime
La speranza che i nostri figli possano andare a scuola in sicurezza
La speranza che la donna incinta partorisca un bambino vivo all’ospedale
Invece di un bambino morto davanti ad un checkpoint militare.


Quando queste speranze siano realizzate, sarà tempo di parlare del rafforzamento dei rapporti con Israele.


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