Abdallah Abu Rahmah, coordinatore del Comitato Popolare di resistenza nonviolenta di Bil’in contro il Muro e gli insediamenti, è stato arrestato lo scorso anno dai soldati durante un raid notturno nella sua abitazione. È stato successivamente incriminato davanti ad una Corte militare Israeliana con accuse prive di fondamento, tra cui quella di aver tirato pietre contro i soldati durante le manifestazioni, oltre al possesso di armi.
Abu Rahmah è stato prosciolto da entrambe le accuse, ma condannato per aver organizzato manifestazioni illegali ed aver incitato la popolazione a partecipare. Quello di Abu Rahmah è un caso esemplare del cattivo utilizzo del sistema legale militare israeliano in Cisgiordania, che ha il chiaro proposito di mettere a tacere il legittimo dissenso politico della popolazione.
La sua condanna è stata oggetto di forti critiche anche a livello internazionale: Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell’UE per la Politica Estera e di Sicurezza Comune, e Vicepresidente della Commissione, ha espresso la viva preoccupazione “che la possibile condanna del signor Abu Rahmah sia volta ad impedire, a lui o ad altri palestinesi, il legittimo esercizio del loro diritto di protesta”, dopo che i diplomatici dell’Unione Europea erano stati presenti a tutte le udienze del processo. Alle dichiarazioni di Catherine Ashton ha fatto seguito quella, non dissimile, del Parlamento Spagnolo.
Purtroppo, il governo italiano non ha fatto una simile dichiarazione. Il gruppo americano, Jewish Voices for Peace, hanno organizzato una campagna di lettere diretta a molti governi, incluso quello italiano.
Clicca qui per mandare una lettera a Franco Frattini.
"Liberta' - Senza Muri, Senza Confini"
si legge sullo striscione di attivisti durante una protesta al centro di Tel Aviv per la liberazione di tutti i prigionieri politici.
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