martedì 14 luglio 2009
Un argomento femminista contro la NATO come attore internazionale.
Donne in Nero di diversi paesi europei hanno partecipato alla mobilitazione contro la NATO durante il summit dell'inizio di aprile a Strasburgo.
Lì abbiamo tenuto, insieme a altri gruppi di donne per la pace, un workshop per il quale abbiamo ricevuto diversi testi che abbiamo riassunto per la presentazione e la discussione come "Feminist case against NATO".
Un argomento femminista contro la NATO come attore internazionale e' la prima parte.
Un aspetto importante dell’argomento femminista contro la NATO è come attore sulla scena internazionale - la scena mondiale della diplomazia, delle relazioni internazionali e della politica militare. La NATO crea un blocco di nazioni. La logica dei blocchi è la vecchia logica della sicurezza dell’era della Guerra Fredda, continuata disastrosamente nel presente. Ma le donne non si riconoscono in questa logica di ‘Alleanza Atlantica’, ‘Fortezza europea’ e ‘civiltà occidentale’. Per definizione indicherà alcuni come Altri, minacciando una grande insicurezza per coloro che sono fuori della coalizione condiscendente.
La NATO rafforza l’idea che gli stati nazione sono le sole unità che contano nei fatti del mondo. Insieme all’idea della nazione come ‘patria’ c’è l’idea razzista del sangue e dell’appartenenza che il femminismo rifiuta assolutamente perché divide le donne sul piano etnico le definisce come riproduttrici della razza e della cultura, coloro che trasmettono la linea di sangue della nazione ai propri figli. In secondo luogo rafforza la sensazione che quelle nazioni sono in una gerarchia naturale di forti e deboli. Nella NATO gli USA si rappresentano come protettori dei partner deboli più giovani - le donne non amano questo ‘paternalismo’ che hanno sperimentato di prima mano come il modello di relazioni umane ‘marito e moglie’.
Perciò le femministe dicono la logica della NATO è una logica patriarcale. Abbiamo imparato nei nostri anni di teoria e pratica femminista antimilitarista che il nazionalismo, il militarismo e il patriarcato sono profondamente interconnessi e si rafforzano a vicenda. Anche il capitalismo. I sistemi di genere patriarcali sono una delle cause di fondo del militarismo e della guerra. Il patriarcato e il capitalismo usano la guerra per mantenere il proprio dominio. Tutti questi sistemi di potere hanno progetti sulle donne e usi speciali per le donne che il femminismo rifiuta completamente. La NATO riflette la mentalità che dice che i conflitti possono essere risolti solo con le armi. Al contrario, un approccio femminista sarebbe il dialogo tra paesi e popoli, con l’apprendimento reciproco e il rispetto per la diversità nel mondo.
La segretezza circonda la NATO. Alcuni governi nazionali hanno preso la decisione di entrare nel blocco NATO senza neppure la discussione in parlamento. Questo autoritarismo è totalmente antidemocratico e impedisce alla gente comune, specialmente alle donne, di poter scegliere o avere voce negli affari internazionali.
La NATO sta allargando la sua portata nel mondo. Attualmente ha 28 membri e altri 29 stati sono inseriti nella struttura che la NATO chiama Partnership For Peace. Che barzelletta è questa espressione! La NATO ammette apertamente che esiste per perseguire e difendere gli ‘interessi’. E non è solo la NATO. La NATO è diventata il modello della sicurezza anche per l’Europa. Non c’è più alcun pensiero europeo indipendente. Nel 2007 la NATO e l’Unione Europea hanno firmato una dichiarazione che crea una partnership su ‘interessi strategici condivisi’. Ma di chi sono questi interessi? Sono invocati dai paesi ricchi e dalle industrie e riguardano l’energia, l’economia e il controllo imperiale. Non sono certo gli interessi delle donne.
Sebbene il motivo principale della Comunità Economica Europea fosse chiaramente l’avanzamento del capitale, molte persone, comprese molte donne, avevano sperato che l’unità europea avrebbe impedito che la guerra si ripresentasse in Europa - come anche noi avevamo sperato delle Nazioni Unite.
Le regole della NATO contraddicano specificamente parecchie clausole della Carta che fonda le Nazioni Unite. Ciò la rende illegittima su cinque punti per la legge internazionale. Un modello molto migliore per la cooperazione internazionale sulla sicurezza già esiste e merita di essere rafforzato: l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). Con 54 stati membri, è ‘uno strumento primario’ per il preavviso precoce, la prevenzione dei conflitti e la gestione civile delle crisi, ma ‘troppo marginalizzato e totalmente sottostimato’.
Le strategie di azione a livello internazionale sono forse le più difficili per noi donne. Un esempio raro è nel testo di Monique Dental: le donne del Collectif Feministe ‘Ruptures’ e altre donne hanno organizzato una “Lettera delle Donne Cittadine’ al presidente francese durante la Guerra del Golfo chiedendo una conferenza internazionale di pace. Ma se, come scrivono le Mujeres de Negro Sevilla, possiamo ‘decodificare il codice del patriarcato’, se possiamo vedere attraverso ad esso, possiamo capire che è un puro mito che le relazioni internazionali siano lassù nella stratosfera, al di fuori della nostra portata. I diplomatici e chi decide la politica militare vorrebbero farcelo credere. Ma questo influisce sulla nostra vita quotidiana, è nostra naturale preoccupazione, e intervenire come donne e come femministe antimilitariste non può essere al di là della nostra immaginazione!
Documenti del workshop sono disponibili:
Le Donne Denunciano la Logica dei Blocchi della NATO
Occupazione di Guerra Senza Fine
Da Quando Siamo nella NATO
L'Unione Europea in un Mondo Multipolare
Svelare le Falsita' della "Sicurezza" della NATO
Afghanistan, NATO e la Sicurezza delle Donne
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