- Sí, lei può: Fermare subito il Crimine contro l’Umanità a Gaza.
- Sí, lei può: Porre fine all’assedio in cui vivono la Striscia di Gaza e la Cisgiordania.
- Sí, lei può: Porre fine alla vendita di armi di USA a Israele. In caso contrario continuerete ad essere responsabili delle morti che producono.
- Sí, lei può: Rivedere tutti gli accordi con Israele ed annullare immediatamente quelli sottoscritti il 16 gennaio dai rappresentanti dei governi di Israele ed USA, Tzipi Livni e Condoleezza Rice, perché non contribuiscono alla Pace. Servono solo a rafforzare gli interessi di Israele.
- Sí, lei può: fare pressione perchè il Governo di Israele compaia davanti ai Tribunali Internazionali competenti, affinché si pronuncino sulle moltiplici violazioni dei principi contenuti nei Trattati e Risoluzioni del Diritto Internazionale.
- Sí, lei può: Sostenere le iniziative che giudicano queste violazioni degli Accordi Internazionali. Si deve porre fine all’impunità. Israele deve osservarli e rispettarli.
- Sí, lei può: Dare impulso al cambiamento che ponga fine a tanta violenza, affinché le società civili palestinese e israeliana possano sviluppare relazioni di conoscenza e fiducia che favoriscano la costruzione della Pace.
- Sí, lei può: Ascoltare le voci delle organizzazioni civili pacifiste arabe, israeliane, degli USA e della comunità internazionale, che chiedono Pace e Giustizia e che spesso sono calunniate, criminalizzate, aggredite e incarcerate per il loro attivismo nonviolento in favore della Pace.
- Sí, lei può: Rompere il suo silenzio. Il silenzio mondiale è già rotto ed il messaggio generale è: fermare i Crimini contro l’Umanità e aprire un dialogo con tutte le parti in conflitto.
Ci aspettiamo molto perché la situazione nel mondo è tragica: i ricchi e i violenti di ogni parte vincono, i poveri e i non violenti di ogni parte soccombono. Un gesto, una parola detta subito, può mettere in moto tante buone azioni, una politica di relazioni e negoziazioni a fronte di una politica di scontro e di uso della forza.
Dire subito no all’azione militare e all’accerchiamento di Gaza, non concedere più su queste azioni militari l’appoggio degli USA all’alleato Israele, sarà prima di tutto salvezza per i bambini, le donne e gli uomini che vivono a Gaza, ma sarà anche impedire che cresca l’odio verso Israele e servirà per iniziare da subito una negoziazione senza spazi di fuga tra Israele e Palestina.
Si tratta certo di scegliere se convenga anche al popolo americano l’uso della forza, la guerra, oppure non convenga investire nel farsi convinto portavoce di libertà e giustizia (e in definitiva quali risultati se non il moltiplicarsi di guerre e terrorismo ha portato la politica fondata sull’uso delle armi?).
Sappiamo che tante donne e uomini degli Stati Uniti sono con noi contro la guerra e l’uso della forza e della sopraffazione. Lei dovrà dare voce e fiducia a queste donne del suo paese e alle molte che sono presenti nel mondo e che attendono soluzioni.Le situazioni di violenza ed ingiustizia sono molte nel mondo, troppe perché una vita sia sufficiente a risolverle, ma pensiamo che partire da qui, dal Medio Oriente e dalla situazione di Israele e Palestina (Nelson Mandela ha detto che quella palestinese è la questione morale del nostro tempo) sia un impegno morale pressante perché la situazione ci interroga su tutto.
Lei ha detto che si può cambiare e davvero mai come ora è necessario e urgente un cambiamento che blocchi la spirale dell’odio e della violenza, la logica della guerra che crede di vincere distruggendo il nemico mentre non fa altro che alimentarlo e moltiplicarlo.Ci permetta di sperare che è possibile percorrere strade diverse. Glielo chiediamo in questi giorni terribili unendo la nostra voce a quante e quanti, israeliani e palestinesi, ancora dichiarano “Ci rifiutiamo di essere nemici”.
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