lunedì 17 giugno 2013

Riconciliazione: La pace possibile fermando le interferenze straniere

Dopo una visita di 10 giorni in Libano e in Siria, a capo di una delegazione di 16 persone provenienti da 8 paesi, invitata dal Movimento Mussalaha per la Riconciliazione, sono ritornata con la speranza che la pace sia possibile in Siria, a condizione che tutte le interferenze straniere vengano fermate e ai Siriani sia concesso risolvere i loro problemi in base al diritto all’autodeterminazione.

Mairead Maguire, Premio Nobel per la Pace

Purtroppo, questa speranza sta svanendo con l'annuncio che gli Stati Uniti forniranno armi direttamente all'"opposizione siriana" - e sicuramente i suoi alleati europei, tra cui l'Italia seguiranno.

L'affermazione della Casa Bianca che questa escalation militare è la risposta degli Stati Uniti alla violazione delle norme internazionali per l'uso da parte del governo siriano di armi chimiche è un insulto alla nostra intelligenza.

La spinta verso un intervento diretto non ha nulla a che fare con il desiderio di proteggere la vita umana in Siria. Gli Stati Uniti e le altre potenze esterne non possono essere visti come mediatori onesti. Dietro la facciata di preoccupazione umanitaria, vediamo i soliti interessi economici e strategici. Ad esempio, un nuovo gasdotto è previsto per portare il gas iraniano in Siria, e, eventualmente, ai mercati europei. Questo non corrisponde agli interessi degli Stati Uniti e dei loro alleati. Così, il popolo della Siria saranno sottoposti ad una guerra di rapina che per quanto possa rovesciare Assad, non porterà loro la libertà o l'autodeterminazione.

Dopo l'intervento libico, gli Stati Uniti ed i suoi alleati, ovviamente, credevano di poter facilmente perseguire una simile strategia di dirottare le proteste popolari e di fomentare una guerra civile settaria per rovesciare Assad, per poi installare un governo fantoccio. Che proprio non è accaduto e il motivo fondamentale non è una mancanza di armi - Qatar, Arabia Saudita e Turchia hanno ricevuto il sostegno segreto di Washington nel inviare armi agli elementi islamici più virulenti del movimento ribelle, mentre la Russia e l'Iran hanno forniti armi al governo siriano - ma piuttosto il fatto che la maggioranza della popolazione, per quanto  possa essere ostile a Assad, risentono l'interferenze straniera e i jihadisti stranieri ancora di più, come testimoniato dalla relazione di Mairead Maguire di cui pubblichiamo qui il sommario e le conclusione. Clicca qui per la relazione completa.



Sommario


Seguendo vari report nei media mainstream e le testimonianze da noi raccolte, posso affermare che lo Stato Siriano e la sua popolazione sono sottoposti a una guerra per procura condotta da paesi stranieri e direttamente finanziata e sostenuta principalmente dal Qatarche ha imposto il suo punto di vista alla Lega Araba. La Turchia, una parte dell’opposizione Libanese e alcune autorità Giordane offrono un rifugio sicuro a una varietà di gruppi Jihadisti ciascuno con una propria agenda, assoldati da molti paesi. Bande di Jihadisti armati e finanziati da paesi stranieri invadono la Siria attraverso Turchia, Giordania e le porose frontiere del Libano, con l’obiettivo di destabilizzare la Siria. Si stimano 50.000 combattenti Jihadisti. Queste squadre di morte stanno sistematicamente distruggendo le infrastrutture dello Stato Siriano (elettricità, petrolio, gas, forniture d’acqua, piloni di alta tensione, ospedali, scuole, edifici pubblici, siti culturali storici e perfino santuari religiosi). Il paese è sommerso da cecchini, bombaroli, agitatori, banditi. Usano l’aggressione e le regole della Sharia e rubano la libertà e la dignità della popolazione siriana.

Torturano e uccidono chi rifiuta di unirsi a loro. Hanno strane credenze religiose che li fanno sentire a proprio agio nel perpetrare azioni crudeli. E’ documentato che molti di tali terroristi sono sotto l’effetto di stimolanti come il Captagon. La mancanza di sicurezza conduce al terribile fenomeno dei rapimenti, a scopo di estorsione o pressione politica. Migliaia di innocenti sono spariti, fra loro anche due vescovi, Youhanna Ibrahim e Paul Yazigi, molti preti e Imam.

Le sanzioni economiche dell’ONU e dell’UE, così come il severo embargo stanno spingendo la Siria sull’orlo del collasso economico. Sfortunatamente la rete dei media internazionali sta ignorando queste realtà e tende a demonizzare, spesso a mentire, destabilizzando il paese e alimentando violenza e contraddizioni.

Conclusioni

Durante la nostra visita in Siria la nostra delegazione è stata ricevuta con grande gentilezza da ciascuno abbiamo testimoniato che il popolo Siriano ha sofferto profondamente e continua a soffrire. L’intera popolazione di 23 milioni di abitanti sono sotto la continua minaccia di infiltrazioni da parte di terroristi stranieri.. Molti sono ancora inebetiti dagli orrori e dalla repentinità di tutta questa violenza e sono preoccupati che il loro paese sia attaccato e venga diviso da forze esterne , e sono tutti coscienti che forze geopolitiche lavorano per destabilizzare la Siria, per controllarla politicamente, oltre che per il suo petrolio e le sue risorse. Un leader Druso ci ha detto ’se gli occidentali vogliono il nostro petrolio – sia il Libano che la Siria hanno riserve – lasciateci negoziare, ma non distruggete il nostro paese’.

In Siria è viva la memoria della distruzione dell’Iraq da parte delle forze Usa/Nato, compresi il milione e mezzo di profughi iracheni, molti Cristiani, ai quali è stato dato rifugio in Siria dal Governo Siriano.

La maggiore speranza deriva da Mussalaha, un movimento non politico che attraversa tutti i settori della società Siriana, ha gruppi che lavorano in molte parti della Siria e sta conducendo un dialogo per costruire pace e riconciliazione. Mussalaha media fra gruppi armati e forze di sicurezza, aiuta a dare sollievo a molte persone che sono state rapite, mette insieme le parti in conflitto per trovare soluzioni pratiche. E’ il movimento che ci ha ospitato, sotto la guida di Madre Agnes Mariam, Superiora del monastero di San Giacomo, sostenuta dal Patriarca Gregorio III Laham, capo della gerarchia cattolica della Siria.

Questo grande movimento della comunità civile, costruendo dal basso un processo di pace e Riconciliazione Nazionale, se gli verrà dato spazio, tempo e non-interferenza dall’esterno, potrà aiutare a portare la pace in Siria. Riconoscono che ci deve essere una soluzione politica inclusiva di tutto e non condizionata, sia pure con compromessi, e hanno fiducia che ciò stia avvenendo a molti livelli della società e che sial’unica via per una pace Siriana.

Sostengo questo processo di riconciliazione nazionale che, com credono molit siriani , è l'unico modo di portare la pace in Siria e nell’intero Medio Oriente. Io stesso sono impegnata in questo processo pacifico e spero che la Comunità Internazionale e i leader religiosi e politici, nonché ogni persona di buona volontà aiuteranno la Siria a superare la violenza e pregiudizio e di ancorarla in una nuova era di pace sociale e prosperità. Questa culla della civiltà, di cui la Siria occupa il cuore è un enorme patrimonio spirituale per l'umanità. Sforziamoci di stabilire una zona di “non guerra” e proclamarla un'oasi di pace per la famiglia umana.

1 commento:

  1. Trieste, 18 giugno 2013
    Comunicato stampa - MUSSALAHA / RICONCILIAZIONE
    Dopo la premio Nobel per la Pace irlandese Mairead Maguire, anche l'ex vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini partecipa al digiuno a staffetta per la Riconciliazione in Siria !

    Luisa Morgantini ex vicepresidente del Parlamento europeo ed attivista per la soluzione nonviolenta del conflitto in Palestina, partecipa oggi al digiuno a staffetta a sostegno dell'iniziativa Mussalaha / Riconciliazione, per il diritto del popolo siriano a determinare il proprio futuro di pace, senza interferenze da parte di forze e interessi esterni.
    La sua decisione segue quella del premio Nobel per la Pace irlandese Mairead Maguire, che ha partecipato al digiuno l'8 giugno dopo aver guidato la missione internazionale Mussalaha / Riconciliazione, per raccogliere testimonianze dirette sulla tragica situazione e sugli sforzi compiuti dalla gente per ritrovare il minimo denominatore della convivenza e la forza di ripudiare la guerra.
    La Mussalaha apre canali di comunicazione diretta con attivisti nonviolenti in Siria, che spingono per una soluzione del conflitto "dal basso", basata su dialogo e riconciliazione, rifiuto di logiche di divisione, segregazione e smembramento del Paese, preservazione dell’equilibrio civile e religioso preesistente alla guerra; ricomposizione umana e sociale, auto-determinazione, non ingerenza e diritto internazionale.
    Si propone quindi a tutte e tutti di intraprendere un gesto di solidarietá, un digiuno a staffetta di un giorno ciascuno in collegamento coi nonviolenti siriani, per testimoniare loro il sostegno alla Pace e a Mussalaha / Riconciliazione, percorso di mediazione interetnica ed inter confessionale, nato per abbassare il livello dello scontro, consentire la liberazione di ostaggi, lo sfollamento di civili e il conseguimento di accordi di tregua.
    Le richieste che si ritengono necessarie per l'avvio di un processo di Riconciliazione interno alla Siria sono : stop alle interferenze violente dall'esterno ed alle forniture di armi a tutti i soggetti in lotta, assistenza adeguata ai profughi esterni ed interni al Paese, cessate il fuoco definitivo sul campo, avvio delle riforme istituzionali, fine dell'embargo economico, giustizia per i crimini di guerra.
    In vista della Conferenza di pace in Siria prevista prossimamente a Ginevra la partecipazione di Morgantini e Maguire a questo gesto partito da pacifisti italiani assume particolare rilievo. Alcuni membri di Movimenti per la nonviolenza hanno proposto un digiuno in empatia col popolo siriano, a supporto di una soluzione politica della guerra che sta distruggendo comunità culture e religioni in Siria. Seguito da un confronto fra attivisti associazioni ed ospiti siriani tenutosi al Forum sociale europeo di Firenze.
    Scopo ulteriore dell'iniziativa è fare pressione su Governo italiano Unione europea e presidente Obama, affinchè contribuiscano seriamente a costruire un giusto negoziato in Siria, dimostrando di meritare il Nobel per la pace loro assegnato. Per comunicare l'adesione all'appello e il giorno di digiuno prescelto, scrivere a mussalaha.italia@gmail.com.

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