Come atto di rispetto alla città chiediamo a tutte le autorità locali di non partecipare all’eventuale inaugurazione della nuova base Usa al Dal Molin
E' questa la richiesta che gruppi, associazioni e comitati vicentini rivolgono alle autorità locali attraverso una raccolta firme che durerà fino a fine giugno.
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L’inaugurazione della nuova base USA Dal Molin è un atto che gli statunitensi vogliono riproporre come gesto di legittimazione; intenzione che il 4 maggio scorso gran parte della comunità vicentina ha dimostrato di voler contrastare.
L’opposizione dei vicentini ha già impedito la consegna agli Usa dell’intera area Dal Molin ottenendo la smilitarizzazione di un’area di 650.000 mq che è stata destinata a Parco della Pace ed ha contribuito al congelamento dell’ampliamento di Site Pluto.
Questa cerimonia non cancellerà di sicuro la volontà dei vicentini di continuare la mobilitazione anche perché la base militare che si vuole inaugurare a Vicenza:
- E’ in contrasto con l’art. 11 della Costituzione perché è finalizzata ad operazioni di guerra preventiva e pertanto NON “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
- E’ in contrasto con l’Accordo Bilaterale Italia Usa (BIA) del 1954 nel quale all’art. 2 “Il Governo degli Stati Uniti si impegna ad utilizzare le installazioni concordate esclusivamente al fine di eseguire incarichi NATO”, mentre “gli Stati Uniti hanno tradizionalmente interpretato in modo molto estensivo queste disposizioni anche per operazioni non NATO come in Iraq o nelle missioni umanitarie in Africa”.
- E’ stata realizzata impedendo la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) perché questa ne avrebbe compromesso la sua realizzazione giustificandola come “un riuso, con qualche espansione, della sola area ad ovest” mentre in realtà sono stati demoliti oltre l’85% degli edifici preesistenti edificando sino a 800.000 metri cubi totali.
- E’ stata costruita solo a poco più di un km dalla Basilica Palladiana contro la Convenzione Unesco che impone agli stati firmatari “il dovere di assicurare la protezione e la conservazione del patrimonio culturale e naturale situato nel proprio territorio”.
- E’ stata giustificata come “ampliamento della Caserma Ederle” che si trova a oltre 6 km di distanza.
- Non rispetta nemmeno la condizione autorizzativa originaria che subordinava la sua realizzazione “a condizione che fosse prevista la collocazione dell’accesso all’area dell’insediamento nella parte nord dell’insediamento stesso”, mentre per ora avrà un unico accesso dalla trafficatissima viabilità cittadina anche per i convogli militari ed è priva anche delle due uscite d’emergenza prescritte dall’atto di concessione.
- Non rispetta le prescrizioni VINCA (Valutazione di Incidenza Ambientale), ad esempio per quanto riguarda gli impianti di depurazione e degli scarichi delle acque nel Bacchiglione.
- Ha distrutto i drenaggi dell’area di oltre 650.000 m.q. ad est della base trasformandolo in un acquitrino paludoso mettendone a rischio la sua utilizzazione a Parco della Pace.
Come atto di rispetto alla città chiediamo a tutte le Autorità (politiche, amministrative, morali, religiose, culturali, ambientaliste, educative, ecc.) e ai cittadini di non partecipare alla eventuale inaugurazione della base USA Dal Molin e, come richiesto concordemente da tutta la città, di conservare il nome originario “Dal Molin”.
Rinnoviamo il nostro fermo impegno per ottenere
- la desecretazion degli accordi bilaterali Italia USA del 1954
- la progressiva smilitarizzazione dei territori in Italia, dal Dal Molin di Vicenza al MUOS di Niscemi, e la loro riconversione ad usi civili;
- la riduzione di spese militari come ad es. per gli inutili F35 destinando tali risorse a fini civili.
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