venerdì 2 ottobre 2009

Presidente Obama, sostenga le raccomandazioni della missione Goldstone a Gaza

Lettera aperta da Dr. Eyad El-Sarraj Presidente del Programma di Salute Mentale della Comunità di Gaza.





Egregio Presidente Obama,

le nostre ferite in Gaza sono ancora aperte, la nostra. giustizia ancora negata. L'offensiva di Israele di 23 giorni (28 dicembre 2008- 19 gennaio 2009) ha lasciato nei nostri figli la paura di ritornare a scuola, e quella sensazione di non essere al sicuro nei loro letti.

La guerra, e la continua chiusura della striscia di Gaza, ha indebolito la capacità delle madri e dei padri di agire come protettori e come coloro che garantiscono la sicurezza. Come comunità, combatteremo per decenni per convivere con le conseguenze. Insieme, d'accordo con i nostri figli sentiamo che la giustizia sia stata abbandonata da troppo tempo.

Per molte ragioni noi palestinesi sentiamo che il mondo ci ha ignorato. L'attenzione internazionale seguita alla guerra contro Gaza ci ha dato speranza. Le investigazioni condotte da Richard Goldstone ha creato ottimismo. Abbiamo sentito che questo rispettabile giudice e procuratore – che ha esercitato al meglio e ha dimostrato consistentemente la sua indipendenza nella applicazione della legge – è stato una delle poche persone ad avere le credenziali e l'esperienza per procedere con questa missione complicata sia legalmente che politicamente. Eravamo arrivati a credere che effettivamente al mondo importasse di noi.








La dichiarazione alle Nazioni Unite del suo ambasciatore, la sig.ra Susan Rice, ha trasmesso un messaggio differente: che al mondo, o almeno agli Stati Uniti, non importa di noi.

La sig.ra Rice ha suggerito che l'attenzione doveva essere sul futuro e non sul passato e che il compito attuale deve essere quello di rafforzare il progresso verso la ripresa dei negoziati di pace Israele - Palestina. Questa separazione di giustizia e pace è fuorviante: le due sono intimamente unite. Se c'è una cosa che la storia c'insegna, è che quando ai potenti è permesso di venire meno alla responsabilità, essi continueranno a violare la legge, e le persone innocenti ne pagheranno il prezzo.

Al Cairo lei ha detto: “L'America non volterà le spalle all'aspirazione legittima dei Palestinesi alla dignità, all'opportunità, e ad un proprio stato”. Lei ha anche parlato del desiderio dell’applicazione della legge e di un’amministrazione paritaria della giustizia, sostenendo che queste “non sono solo idee americane, sono diritti umani, e che questo è il motivo per cui noi le sosterremo ovunque”. Queste parole sono state benvenute, ma richiedevano azione. Responsabilità e responsabilità criminale sono componenti fondamentali della giustizia. Tutti coloro che sono responsabili devono affrontare un processo; i diritti delle vittime devono essere sostenuti; la sofferenza non può essere ignorata.

Presidente Obama, come lei ha detto una volta citando il Dr. Martin Luther King:

'l'arco della morale universale è lungo ma piega verso la giustizia, ma non si piega da solo a meno che ciascuno ed ognuno di noi non metta le mani sull'arco'.

Sostenga le raccomandazioni della Missione per la ricerca dei fatti delle Nazioni Unite.


Il rapporto della missione guidata da Richard Goldstone include queste conclusioni:

  • Le forze israeliane hanno commesso violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario corrispondenti a crimini di guerra e, in alcuni casi, anche a crimini contro l'umanità. In particolare, le indagini su numerosi attacchi contro la popolazione civile od obiettivi civili hanno rivelato che gli questi sono stati intenzionali e che alcuni sono stati lanciati al fine di spargere il terrore tra la popolazione e senza alcun giustificabile obiettivo militare. Le forze israeliane hanno inoltre usato civili palestinesi come scudi umani;
  • Le forze israeliane hanno commesso gravi violazioni della IV Convenzione di Ginevra, in particolare compiendo uccisioni, torture e trattamenti inumani con intenzioni dolose, procurando volutamente gravi sofferenze e gravi danni fisici e alla salute, causando vaste distruzioni di proprietà non giustificate da necessità militari, in modo illegale e sconsiderato. Per queste azioni vanno accertate le responsabilità individuali;
  • Israele ha violato l'obbligo di rispettare il diritto della popolazione di Gaza a un adeguato standard di vita, che comprende l'accesso a cibo, acqua e alloggio adeguati. Il rapporto fa riferimento, in particolare, ad azioni che hanno privato gli abitanti di Gaza dei mezzi di sostentamento, del lavoro, dell'abitazione, dell'acqua nonché della libertà di movimento e del diritto di entrare e uscire dal proprio paese e, infine, che hanno limitato l'accesso a un rimedio efficace. L'insieme di queste azioni può corrispondere al crimine di persecuzione, che è un crimine contro l'umanità;
  • I gruppi armati palestinesi hanno violato il principio di distinzione lanciando razzi e mortai che non possono essere diretti con sufficiente precisione contro obiettivi militari. Questi attacchi, contro insediamenti civili che in alcun modo potevano essere considerati obiettivi militari, costituiscono deliberati attacchi contro i civili, in quanto tali sono crimini di guerra e in alcuni casi possono costituire crimini contro l'umanità;
  • I gruppi armati palestinesi non hanno sempre agito in modo tale da distinguersi dalla popolazione civile e hanno esposto quest'ultima a rischi inutili, lanciando razzi da luoghi situati vicino ad abitazioni civili o a edifici protetti;
  • Non ci sono prove per sostenere gli accusi che i gruppi armati palestinesi abbiano trasferito la popolazione civile verso zone poi sottoposte agli attacchi israeliani o che l'abbiano costretta a rimanere nei pressi, né sul accuso che le strutture ospedaliere siano state usate dall'amministrazione de facto di Hamas o dai gruppi armati palestinesi per nascondere attività militari, né che le ambulanze siano state usate per trasportare combattenti né, infine, che i gruppi armati palestinesi abbiano preso parte ad attività militari dall'interno degli ospedali o delle strutture delle Nazioni Unite usate come rifugi.


>Per leggere il rapporto in inglese clicca qui

>Per leggere la traduzione italiana del sunto esecutivo, clicca qui.

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