Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. E' una data scelta, tanti anni fa, dalle femministe latinoamericane per ricordare le tre sorelle Mirabal - le farfalle - e poi adottata nel 1999 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il 25 novembre del 1960, nella Repubblica Dominicana del dittatore Trujillo, Patria Mercedes, Minerva Argentina e Antonia María Teresa, attive contro la dittatura,vennero intercettate dai militari mentre in automobile tornavano da una visita ai mariti in prigione, furono fatte oggetto di crudeli torture e poi pugnalate e strangolate. I militari simularono un incidente stradale gettando il veicolo con i tre corpi straziati in un precipizio ma fu evidente a tutti che non era stato un incidente. La loro morte terribile innescò una reazione che si concluse solo con la morte di Trujillo.
La violenza maschile contro le donne è possibile perché le donne, in tutto il mondo, continuano ad essere considerate esseri di secondaria importanza. I due terzi degli analfabeti e i tre quinti delle persone povere al mondo sono donne. Lo confermano, come se le nostre parole di donne di tutto il mondo non bastassero, i dati del rapporto 2008 dell'Unfpa (Fondo delle nazioni unite per la popolazione) sullo stato della popolazione mondiale.
Le donne, ovunque, hanno minore accesso alle cure mediche, all'informazione, all'istruzione, ai servizi ed alle risorse. La violenza diretta che, soprattutto in famiglia, ha toccato e tocca molte di noi è solo l'emergere di una condizione di subalternità che non muta.
Anche noi donne in nero saremo in piazza a Roma sabato 22 novembre, per la manifestazione nazionale, contro la violenza maschile sulle donne, in relazione e in sorellanza con le donne del mondo che lottano contro la violenza maschile sulle donne, per l'autodeterminazione e la libertà del genere femminile , contro il controllo del corpo femminile attuato da società patriarcali, contro le conseguenze nefaste dei conflitti armati sulle donne.
Rispondendo all'appello della rete internazionale delle donne in nero porteremo con noi parole di solidarietà e sorellanza con le donne del Congo, ultimo, in ordine di tempo, luogo del mondo dove si consumano impunemente stupri di guerra che minano la salute e la vita del 90% delle donne congolesi.
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