venerdì 30 gennaio 2015

Non vogliamo vivere nella paura, nel silenzio, nell'indifferenza

Spesso, il terrorismo si radica in un terreno fertilizzato dall’ingiustizia, dall’umiliazione, dalla frustrazione, dalla miseria e dalla disperazione. La sola maniera di far cessare gli atti terroristici è di privare i loro autori delle ragioni politiche invocate per giustificarlo. Quindi, per vincere il terrorismo, non è tanto la guerra che si deve fare, quanto la giustizia che si deve costruire.

Jean Marie Muller

Viviamo in tempi segnati dalla violenza.
Solo nell'ultimo mese: 134 bambini uccisi in una scuola a Peshawar, migliaia di persone massacrate da Boko Haram in Nigeria, continue uccisioni di palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, centinaia di vittime nella guerra in Ucraina, 17 vittime negli attentati a Parigi.

E' necessario interrogarsi per capire le radici di tanta violenza.

Non possiamo rivolgere lo sguardo solo sugli “altri”, dobbiamo riflettere anche sulle “nostre” responsabilità.

Da anni i governi dell'Occidente si sono resi responsabili di gravi scelte politiche:
colonialismi, riarmo, sanzioni economiche, accaparramento di risorse, guerre nefaste in Iraq, Afghanistan, Libia, Siria che hanno provocato milioni di morti e hanno portato alla disintegrazione degli Stati colpiti.

Tutto questo alimenta odio, guerre, fanatismi e terrorismi. I fanatismi, non solo religiosi e ideologici, ma anche quelli sessisti, omofobi, nazionalisti e securitari non danno spazio alla vita.

Gli unici guadagni sono per i produttori di armi e per l'industria della sicurezza.
Noi non vogliamo vivere nella paura, nel silenzio, nell'indifferenza.rifiutiamo ogni genere di violenza
quella degli islamisti e quella degli eserciti e della NATO
quella dei terroristi e quella dei droni e dei bombardieri

rifiutiamo
  • l’intolleranza e i nazionalismi,
  • la paura dell’altro
  • la mancanza di rispetto per le diversità

chiediamo che l’Italia
  • si liberi del fardello di un sistema militare aggressivo
  • smetta di produrre e vendere armi
  • si doti di strumenti e metodi di difesa non armata e nonviolenta
  • faccia crescere la cultura del dialogo e dell’accoglienza


Non costruiamo sempre nuovi nemici, ma relazioni di cooperazione tra i popoli. Pratichiamo alternative alla logica dell'odio e della violenza nel segno del rispetto e della giustizia.

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