sabato 27 dicembre 2014

Non saremo indifferenti

Solo chiedo a Dio
che il dolore non mi sia indifferente
che la morte secca non mi trovi
vuota e sola, senza aver fatto lo sufficiente.


Solo chiedo a Dio
che l'ingiustizia non mi sia indifferente
che non mi schiaffeggino l'altra guancia
dopo che un artiglio graffiò il mio sorte

Solo chiedo a Dio
che la guerra non mi sia indifferente
è un mostro grande e calpesta forte
tutta la povera innocenza della gente

Solo chiedo a Dio
che l'inganno non mi sia indifferente
Se un traditore può più che tutti quanti,
che questi non lo dimentichino facilmente.
Solo chiedo a Dio
che il futuro non mi sia indifferente
Disperato colui che se ne deve andare
A vivere una cultura differente

Solo chiedo a Dio
che la guerra non mi sia indifferente
è un mostro grande e calpesta forte
tutta la povera innocenza della gente



Non chiudiamo a coloro che vivono la guerra, la violenza, il razzismo, l'aggressione e ingiustizia economica. 

NON SAREMO INDIFFERENTI! 

L'indifferenza è una paralisi dell'anima, una morte prematura, e noi vogliamo vivere per costruire una cultura 
di accoglienza, 
di tenerezza, 
di gentilezza.
 


Prima di conoscere la gentilezza come la cosa più profonda che hai dentro,
devi conoscere il dolore, l’altra cosa più profonda.
Devi svegliarti nel dolore,
devi parlargli finché la tua voce
non catturerà i fili di tutti i dolori
e vedrai di che misura è la veste.
Allora resta solo la gentilezza ad avere un senso,
solo la gentilezza che ti allaccia le scarpe
e ti manda fuori nel mondo a spedire lettere, a comprare il pane,
solo la gentilezza che, tra la folla del mondo,
alza la testa e dice:
“Sono io quella che cercavi”
e poi ti accompagna ovunque,
come un’ombra o un'amica.

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