domenica 23 novembre 2014

Mettere fine all’impunità dei “Caschi blu”


In 6 su 12 studi nazionali sullo sfruttamento sessuale delle bambine in situazioni di conflitto armato preparato per la presente relazione, l'arrivo delle forze di peacekeeping è stato associato ad un rapido aumento della prostituzione minorile

 Dal Rapporto delle Nazioni Unite "L'impatto dei conflitti armati sui bambini", Graca Machel, 1996

 Dal 1995 ci sono state ripetute denunce contro i caschi blu dell’ONU per aver violentato e sfruttato sessualmente donne e bambine in paesi dove si suppone che l’ONU sia presente per proteggere i civili.

I primi casi sono stati denunciati in Bosnia Erzegovina dal 1995 e nella Repubblica Democratica del Congo dal 1999. Nel 2012, c’erano notizie di sfruttamento sessuale in 10 missioni di pace dell’ONU. Pochissime di queste denunce hanno avuto un seguito di indagini appropriate; molte sono state coperte. Anche quando sono stati indagati singoli soldati, si è preferito mandarli a casa piuttosto che perseguirli.

In ottobre del 2000, l’ONU ha approvato la Risoluzione 1325 su Donne, Pace e Sicurezza. Uno degli obiettivi era proteggere le donne e le bambine durante e dopo le guerre, riconoscere i diritti delle donne e identificare i crimini specificatamente di genere durante e dopo le guerre, includendo la protezione delle donne e delle bambine dallo stupro e da altre forme di abuso sessuale, e mettere fine all’impunità per questi crimini.

La risoluzione 1325 si concentra su:

  • la partecipazione delle donne nei processi di pace e nella presa di decisioni sulla pace;
  • l’inclusione del genere nei processi di pace e la formazione per le “missioni di pace” nella prospettiva di genere;
  • la protezione delle donne nei conflitti armati e nelle situazioni di post-conflitto;
  • l’inclusione della prospettiva di genere nei rapporti dell’ONU e nei meccanismi usati nell’implementazione degli accordi di pace.

Certamente l’implementazione della R. 1325 è ben lontana dal raggiungere le aspettative delle organizzazioni delle donne che hanno lavorato tanto duramente per farla adottare dall’ONU. Il problema non è solo il fallimento degli stati membri dell’ONU nell’applicare la R. 1325, quanto il carattere militare della risoluzione stessa. Militarizza le richieste femministe di uguaglianza: da priorità al reclutamento delle donne nell’esercito e nel settore della sicurezza, pone il potere militare al di sopra della sicurezza umana e considera la guerra e i conflitti militari come una situazione inevitabile, naturale e duratura. Inoltre, poiché la R. 1325 è stata applicata principalmente in paesi del sud e in “stati di transizione” in post-conflitto, le donne in questi paesi possono viverla come coloniale ed egemonica.

Malgrado la R. 1325, malgrado la politica di “tolleranza zero” dell’ONU, i suoi gruppi di esperti, le sue altre risoluzioni, le “Direttive per peacekeepers” e i punti principali di genere per appoggiare le vittime, le donne e le bambine in zone di conflitto o post-conflitto ancora sono violentate, attaccate sessualmente, trafficate o sfruttate sessualmente in un modo o nell’altro da parte di chi in teoria è messo lì per proteggerle: i caschi blu dell’ONU.

Il problema principale per perseguire e punire i caschi blu sta nel fatto che tutto il personale dell’ONU, contrattisti e membri delle missioni di pace dell’ONU, godono di immunità di fronte alle accuse legali. Sebbene questa immunità possa essere – e sia stata - tolta, pochissimi peacekeepers, responsabili di sfruttamento sessuale, sono stati giudicati e accusati; in alcuni casi, ci sarà solo un’indagine disciplinare interna, e in alcuni casi non verrà presa nessuna misura.

Nel 2007 la NATO ha deciso che i suoi membri dovevano adottare Piani di Azione Nazionale per implementare la 1325, includendo che si desse formazione sulla condizione delle donne nelle guerre e nella situazione di post-conflitto, i diritti umani e la legislazione internazionale, la prevenzione della violenza sessuale e del traffico sessuale, la buona condotta.


Agisci

Manda una lettera al tuo Ministero della Difesa, e informalo che Donne in Nero stanno facendo campagna per mettere fine all’immunità per l’accusa di stupro e sfruttamento sessuale da parte dei caschi blu dell’ONU. Di seguito alcuni suggerimenti di possibili domande:

  • Cos’ha fatto il governo per implementare la R. 1325 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU?
  • Che formazione ricevono le truppe sulla loro responsabilità nel proteggere e prevenire la violenza sessuale contro le donne e le bambine?
  • Cosa prevede il codice di condotta per il possibile sfruttamento sessuale da parte dei soldati in missioni di pace dell’ONU?
  • Quante truppe del paese attualmente stanno partecipando a missioni di pace dell’ONU e in quali paesi?
  • Dal 2000 quanti soldati sono stati denunciati in quanto sospettati di stupro o altre forme di violenza e sfruttamento sessuale?
  • Quante di queste denunce hanno dato luogo a un’indagine giudiziaria?
  • Quanti sono stati accusati? Qual è stato il risultato?
  • Se non c’è stata un’indagine giudiziaria, c’è stata qualche indagine disciplinare interna e quali furono le conclusioni?
  • Qual è la posizione del governo sull’immunità di cui godono i caschi blu, che finisce col dar luogo all’impunità per la maggioranza dei sospettati di sfruttamento sessuale di donne e bambine che dovrebbero proteggere?
Altri punti che si potrebbero aggiungere:

  • Il vostro governo, in accordo con la R. 1325 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e altre risoluzioni dell’ONU, dovrebbe far sì che tutti i peacekeepers dell’ONU e il personale civile rispondano per qualsiasi forma di sfruttamento sessuale in situazioni di conflitto o post-conflitto.
  • L’immunità dell’ONU dovrebbe essere eliminata per il personale civile e militare internazionale coinvolto in qualsiasi tipo di violenza di genere, specialmente per il traffico di esseri umani e l’abuso sessuale di donne e bambin@.
  • Dove esiste una evidenza ragionevole di sfruttamento sessuale, le autorità non dovrebbero applicare nessuna clausola di immunità ma aprire immediatamente un’indagine giudiziaria, in vista di un processo giusto e trasparente;
  • Si dovrebbe fornire formazione ai peacekeepers sugli standard dell’ONU / regolamenti della NATO che proibiscono lo sfruttamento sessuale e l’abuso, includendo tutte le forme di violenza sessuale, e il loro dovere, in base alla UN SC 1325, di assicurare la protezione e il rispetto dei diritti umani di donne e bambine, stabilite nella UN SC 1325.
  • Assicurare la partecipazione delle donne a tutti i livelli dei processi di mantenimento della pace e nelle società in post-conflitto.

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