domenica 17 febbraio 2013

La Pace Senza le Donne non Va Avanti



Far tacere le armi nel pubblico e nel privato non è la pace. La pace implica far diventare realtà la giustizia sociale per tutti e tutte senza distinzione di etnia, sesso, religione, posizione politica o condizione economica; significa garantire i diritti alla verità, alla giustizia e alla riparazione per tutte le vittime; sradicare la violenza come esercizio della politica e la negazione dell’altro e dell’altra come pratica quotidiana. La pace significa smilitarizzare i territori, le menti e le parole.

Da quasi cinquanta anni la Colombia è devastata da un conflitto che ha avuto come protagonisti molti attori armati (esercito, polizia, narcotrafficanti, guerriglie, paramilitari) e che ha prodotto morti, stupri, masse di popolazioni scacciate dalla propria terra, miseria, discriminazioni in particolare sulle donne contadine e di discendenza afro, rovina del territorio. In mezzo a queste tragedie, da anni durano le tenaci e coraggiose forme di resistenza nonviolenta di donne, pagata anche a caro prezzo: minacce a loro e alle loro famiglie, percosse, aggressioni sessuali, uccisioni.

E ora all’Avana (Cuba) negoziati tra il Governo colombiano e la guerriglia (FARC) sono in corso.

Ma la pace senza donne non va avanti!

Lo scorso Dicembre 44 organizzazioni di donne riunitesi a Bogotà hanno costituito la rete Mujeres por la Paz. Chiedono di essere riconosciute come soggetto di diritto pubblico e privato, che venga ascoltata la loro voce, che si valorizzi la loro esperienza. Chiedono di sedere al tavolo delle trattative di pace, per ricoprire un ruolo di cui hanno la piena autorità.

Siamo pienamente d'accordo con questa richiesta. Troppo spesso i negoziati di pace hanno incluso solo gli attori armati. Alle donne e agli uomini della società civile viene negato un posto alla tavola, come se non avessero parole per dire che non potrebbero essere dette dagli attori armati. Noi rifiutiamo questa logica, che serve solo a rafforzare la finzione che la pace e la giustizia si può ottenere con la guerra e la violenza.

La Rete Internazione delle Donne in Nero accoglie la richiesta delle donne Colombiane alla Comunità Internazionale di "appoggiare le iniziative delle donne e delle loro organizzazioni per contribuire al loro riconoscimento come interlocutrici politiche indispensabili nel processo di dialogo e costruzione della pace" .



Il 31 gennaio, le donne in nero in molte città d'Italia e non solo hanno manifestato il loro sostegno per le esigenze di Mujeres por la Paz, espresse nella seguente dichiarazione.

Dichiarazione Finale. Incontro Nazionale di Mujeres por la Paz
La pace senza le donne non va avanti!
Manifesto di Mujeres por la Paz

Noi, le donne della Guajira, Bolívar, Atlántico, Sucre, Antioquia, Caldas, Chocó, Valle del Cauca, Cauca, Santander, Meta, Caquetá, Tolima, Bogotá, Boyacá, Risaralda, Cesar, Magdalena, Sucre, Putumayo, Norte de Santander, Huila, Quindío, Cundinamarca, Nariño; donne afro-discendenti, indigene, contadine, di città, giovani, adulte, dell’arte e della cultura, di organizzazioni di donne, femministe, sociali, popolari, partiti politici, settore LGTBI; veniamo nella città di Bogotá per unire e tessere sogni ed azioni, per delineare una società anche a misura delle donne; società in cui ci si riconosca come soggetti di diritti nel pubblico e nel privato, si accordi autorità alle nostre voci e si valorizzino le nostre esperienze come valori della condizione umana.

In questi due giorni di dibattiti, incontri e di condivisione di esperienze, riaffermiamo il nostro impegno etico e politico nella costruzione della pace e dell’uscita politica al conflitto sociale e armato; ci dichiariamo non sottomesse al patriarcato e al capitalismo e ci rifiutiamo di continuare a subire quanto accordato dalla cultura patriarcale, vogliamo concordare noi il nuovo contratto sociale che deriva dal processo di dialogo.

Respingiamo le guerre pubbliche e private contro le donne, l’espropriazione di territori, suolo, sottosuolo e risorse, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi e a detrimento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione colombiana, lo sfruttamento dei beni comuni, la privatizzazione delle risorse pubbliche, ambientali e dei diritti umani; esigiamo una crescita sana e uno sviluppo inclusivo e sostenibile.

Sosteniamo la difesa dello Stato sociale di diritto laico garante dei diritti di tutte e tutti, libero da pregiudizi e imposizioni religiose e rispettoso della differenza sessuale, delle identità sessuali, religiose, etniche e politiche.

Far tacere le armi nel pubblico e nel privato non è la pace. La pace implica far diventare realtà la giustizia sociale per tutti e tutte senza distinzione di etnia, sesso, religione, posizione politica o condizione economica; significa garantire i diritti alla verità, alla giustizia e alla riparazione per tutte le vittime; sradicare la violenza come esercizio della politica e la negazione dell’altro e dell’altra come pratica quotidiana. La pace significa smilitarizzare i territori, le menti e le parole.

Noi donne riunite nell’Encuentro Nacional de Mujeres por la Paz, chiediamo al Governo e alla “insurgencia” di non alzarsi dal tavolo fin quando non siano giunti all’accordo che ponga fine al conflitto armato; riteniamo che si devono superare tutti gli ostacoli e stabilire il conseguimento della pace come un diritto di tutti i colombiani e le colombiane. E’ imprescindibile che noi donne siamo protagoniste nel processo di dialogo, nella costruzione della pace e nelle decisioni che si prenderanno per realizzare questi propositi. Infatti i problemi che colpiscono le donne coinvolgono tutta la società e noi riteniamo che devono stare al centro dell’agenda che si discute tra il Governo e la “insurgencia”, a L’Avana a Cuba.

Noi proponiamo:
  • Di ampliare la nozione e gli obiettivi della costruzione della pace per integrare questioni relative ai diritti delle donne.
  • Di partecipare attivamente alle agende regionali e nazionali per la costruzione della pace con giustizia sociale e che promuovano le voci e le agende delle donne.
  • L’inclusione delle donne ex-combattenti della “insurgencia” nei programmi di disarmo, smobilitazione e reintegrazione, a parità di condizioni con gli uomini ma nell’ottica della differenza.
  • Revisione delle politiche di sicurezza per garantire la sicurezza delle donne nel pubblico e nel privato.
  • Di generare spazi aperti, democratici e pluralisti per discutere e prendere decisioni sulla giustizia transizionale, la giustizia militare e i diritti alla verità, alla giustizia e alla riparazione delle donne, oltre alle garanzie di non ripetizione.
  • Azioni statali che portino allo smantellamento totale del paramilitarismo nelle sue diverse e molteplici espressioni come garanzia di una pace duratura.
  • Una distribuzione giusta della terra che rispetti valori ancestrali della relazione con il territorio, protegga le risorse e garantisca il diritto alla terra per chi ne abbia bisogno.
  • Azioni perché le donne possano accedere, a parità di condizioni con gli uomini, alla proprietà della terra, e garanzie per la produzione e la sovranità alimentare.
  • Alla comunità internazionale di appoggiare le iniziative delle donne e delle loro organizzazioni per contribuire al riconoscimento come interlocutore politiche indispensabili nel processo di dialogo e costruzione della pace.
  • Che lo Stato colombiano e le FARC_EP concordino un cessate il fuoco bilaterale, esigenza da estendere all’ELN nell’eventualità che inizi dialoghi di pace.
  • Che il Governo colombiano ponga fine ai bombardamenti indiscriminati che colpiscono la popolazione civile.
  • Il rispetto degli obiettori di coscienza al servizio militare obbligatorio, como un contributo alla costruzione della pace.
  • Che lo Stato colombiano accolga la decisione dell’ELN di iniziare dialoghi con il governo.
  • Di appoggiare le costituenti per la pace e altre alternative promosse dal movimento di donne, sociale e popolare.
Noi ci impegniamo a:
  • Denunciare il militarismo e le diverse forme di fondamentalismo religioso che alimentano e legittimano la violenza e la violazione dei diritti delle donne.
  • Rafforzare a livello nazionale e regionale Mujeres por la Paz, costruire un’agenda comune e predisporre meccanismi efficaci e democratici per comunicare e prendere decisioni.
  • Esigere dai media trasparenza nell’informazione sul processo di dialogo.
  • Contribuire a far sentire le voci delle donne come soggetti politici e che esercitano il diritto alla verità, la giustizia, la riparazione e le garanzie di non ripetizione.
  • Esigere che lo Stato colombiano si assuma le sue responsabilità.
  • Mantenere la mobilitazione permanente a favore del dialogo e della pace.



la pace è un diritto e un dovere vincolante
Articolo 22, Costituzione Politica della Colombia

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