domenica 20 gennaio 2013

Sole e Dignità'



È il momento di cambiare le regole del gioco, noi siamo i legittimi proprietari della terra e noi imponiamo i nostri fatti sul terreno.


 

Venerdi l'11 gennaio, oltre 200 palestinesi di vari distretti hanno fondato un nuovo villaggio nella zona E1 che hanno chiamato "Porta al Sole", a Gerusalemme est. Hanno sistemato tende e posto tutte le attrezzature necessarie per un soggiorno nella zona fino a quando il paese sarà costruito. Gli attivisti hanno dichiarato:


 "Noi figli della Palestina, provenienti da tutte le parti della patria, dichiariamo la creazione del villaggio Porta del Sole,come scelta del popolo palestinese e senza il permesso dell'occupazione israeliana. Non abbiamo bisogno del permesso di nessuno perché questa è la nostra terra e nostro il diritto di costruire e rimanere su di essa.

Abbiamo deciso di stabilire il nostro villaggio su questa cosiddetta zona E1 in cui l'occupazione ha annunciato di voler costruire 4.000 unità abitative, perché non resteremo in silenzio per l'insediamento e la colonizzazione continua della nostra terra. Noi crediamo nell'azione e nella resistenza nonviolenta e siamo sicuri che il nostro villaggio si sostengano con forza fino a quando i legittimi proprietari valere i propri diritti alla loro terra."


La notte di Sabato il 12 gennaio, nonostante un ordine della corte suprema israeliana contra la demolizione, una forza di 500 soldati israeliani ha sgombrato il villaggio. Gli attivisti hanno giurato di andare avanti con azioni simili.

 

Una settimana piu tarde e' nato un nuovo Bab al-Shams. Attivisti palestinesi hanno costruito tende nelle terre di Beit Iksa, a Nord Ovest di Gerusalemme. E hanno fondato un nuovo villaggio palestinese: Bab al-Karamah, Porta della Dignità.

Gli attivisti non si fermeranno alle tende: promettono di piantare alberi di ulivo, di terminare la costruzione di una piccola moschea e di organizzare eventi culturali.

Beit Iksa, comunità palestinese di Gerusalemme, è circondata da colonie israeliane e, quando il Muro di Separazione sarà completato, annetterà il 96% delle terre del villaggio che resterà chiuso all'interno della barriera, tagliato fuori dal resto della Città Santa. Le autorità israeliane hanno ordinato, tre settimane fa, la confisca di 500 dunam di terre(un dunam è pari ad un km quadrato), appartenenti al villaggio, e impediscono da anni la costruzione di nuove strutture e abitazioni.

Siamo pieni di ammirazione per questi atti coraggiosa e ci sentiamo vergogna e indignazione che il nostro governo e ai governi degli altri paesi dell'UE non fanno nulla per sostenere i diritti dei palestinesi.

I rappresentanti di diversi governi europei hanno espresso preoccupazione rispetto al piano israeliano di costruire altri 3000 insediamenti in West Bank. L’Alto rappresentante EU C. Ashton ha ripetuto che “la costruzione di tutti gli insediamenti è illegale dal punto di vista del diritto internazionale e costituisce un ostacolo alla pace”.

Ma in pratica l’occupazione militare di Israele e la politica di apartheid che include il suo progetto di insediamento ricevono un supporto concreto e diretto dall’Europa attraverso la condizione preferenziale che Israele riceve con gli accordi commerciali e di associazione con l’Europa. L’accordo di associazione prevede che “le relazioni tra le parti, oltre a quanto previsto dall’accordo stesso, devono basarsi sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici”, e che questo “costituisce un elemento essenziale di questo accordo”. Ad oggi, gli stati membri dell’UE hanno scelto di ignorare i loro obblighi per sospendere l’accordo causato dalle continue e pesanti violazioni dei diritti umani. È tempo di porre fine alla complicità europea nell'oppressione del popolo palestinese.

Clicca qui per mandare una lettera al ministro degli esteri chiedendo la sospensione degli accordi con Israele. 



Abdallah Abu Rahme, di Bil’in, coordinatore dei Comitati Popolari per la resistenza nonviolenta palestinese sarà in Italia dal 20 al 28 Gennaio , per raccontare dell’esperienza di questi comitati e del perché il popolo palestinese “si rifiuta di morire in silenzio”. Il soggiorno di Abdallah Abu Rahme sarà così suddiviso: giorno 21 Roma – 22 Firenze – 23 Pisa – 24 Genova – 25 Como – 26 e 27 Val di Susa. Per info:lmorgantiniassopace@gmail.com – tel. 3483921465

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