Usciamo dalle guerre
Tagliamo le spese militari
Smilitarizziamo le nostre vite
Smilitarizziamo il 2 giugno
Facciamo della festa della repubblica una festa di pace e democrazia
Tagliamo le spese militari
Smilitarizziamo le nostre vite
Smilitarizziamo il 2 giugno
Facciamo della festa della repubblica una festa di pace e democrazia
Noi Donne in Nero, nel mezzo di una crisi di sistema che costringe a rivedere il modello di vita nostro e di tutti gli altri, dove tanti sono tentati da un forte richiamo all'isolamento, siamo sempre più consapevoli della precarietà della vita di tutte e tutti e della interconnessione con la vita degli altri aldilà della dimensione locale e nazionale.
Infatti, anche chi ha sempre pensato che le guerre in Iraq, in Aghanistan, in Libia... non fossero affari suoi, ora è consapevole che la sua situazione economica non solo dipende da ciò che l'Europa fa, ma anche dal resto del mondo. Questa crisi ha avuto il merito di far comprendere in maniera tangibile il nostro legame con gli altri. Inoltre pone in questione il modello di riferimento a cui le scelte anche di politica economica si riferiscono: sta maturando in tutte e tutti noi il senso del limite.
E mentre questo succede, le forze politiche, il nostro parlamento ed il governo praticano soluzioni orientate secondo la stessa logica alla base della crisi. La logica delle cosiddette soluzioni tecniche – leva fiscale, sostegno alle banche, mano libera alla finanza - non può dare soluzioni di benessere e giustizia per tutte e tutti. E così la logica lasciata in mano ai militari non può certo portare ad un taglio delle spese militari e della struttura dell'apparato militare italiano, che con il suo enorme bilancio è lasciato intatto e si paventa un riordino per rendere più efficienti nuovi interventi militari fuori dal nostro territorio, assieme “ai nostri partner”.
Non si dice ciò che è evidente agli occhi di tutti - che gli interventi militari sono costosissimi sul piano umano ed economico e tuttavia fallimentari; non si dice che la Libia, dove si firmano accordi che non possiamo definire tecnici, è tutt'altro che pacificata ed è forse governata da forze non proprio democratiche.
E' chiaro per tutti cosa succede in questi poveri paesi martoriati, luoghi di conflitti armati eterni a intensità più o meno elevata: è l'esercizio del dominio da parte degli USA e dei governi suoi alleati, il consumo delle armi e la continua produzione delle stesse. L'economia militare non è in discussione.
Perciò come donne sentiamo improrogabile mettere a frutto quanto questa crisi suggerisce; come Donne in Nero, che abbiamo sempre rifiutato la logica della violenza e del suo uso, consapevoli dello stretto legame tra la logica guerresca e il sistema di dominio patriarcale che ci ha oppresso per secoli, sentiamo che in questo momento è proponibile per tutti la possibilità di uscire dalle guerre perché inutili e foriere di distruzione e morte, perché costose e perciò ulteriore causa di danno per noi e per gli altri.
Togliere le basi alla possibilità di esercitare le guerre è possibile tagliando le spese militari, ripensando l'apparato militare in chiave puramente difensiva, distribuendo in modo equo e giusto le risorse naturali (fonti energetiche ed acqua) sul piano dei rapporti internazionali.
Questo messaggio è rivolto a tutte e a tutti perché possiamo insieme riflettere e tessere una rete simbolica di opposizione alla violenza e alla guerra.
Esprimiamo i nostri pensieri, i nostri desideri, le nostre aspettative, le nostre proposte, le nostre soluzioni per l'uscita dalle guerre e per la pace e facciamoli conoscere.
Sommergiamo chi ci governa, questo parlamento e il capo dello stato con il peso dei nostri pensieri.
Che ne tengano conto da subito nella festa della repubblica perchè sia smilitarizzata.
Esprimiamo i nostri pensieri, i nostri desideri, le nostre aspettative, le nostre proposte, le nostre soluzioni per l'uscita dalle guerre e per la pace e facciamoli conoscere.
Sommergiamo chi ci governa, questo parlamento e il capo dello stato con il peso dei nostri pensieri.
Che ne tengano conto da subito nella festa della repubblica perchè sia smilitarizzata.
METTI IN RETE IL TUO PENSIERO!
CESSATE IL FUOCO!
RispondiEliminaDal 4 febbraio al 3 aprile - secondo la rivista di Emergency - 4.576 vittime di guerra, dati ovviamente non esaustivi.
Sono stanca di guerre, di violenze di vite spezzate, sporcate, ferite, umiliate, di persone senza nome e senza volto, dimenticate e sparite.
Sono stanca dell'indifferenza, del silenzio, dell'abitudine a quanto accade, a quanto dipende anche da noi perché non alziamo la voce per dire BASTA: NON IN NOSTRO NOME
MA DA CHE COSA CI DIFENDONO QUEI 90 F35?
RispondiEliminaFosse un aereo da trasporto passeggeri lo si potrebbe usare come abitazione, luogo di aggregazione o grotta urbana per bambini che giocano in un parco.
http://www.airpubcafe.com/
Ma con un F35 non ci si difende neanche dalla pioggia perchè ha lo spazio di un loculo e sotto il sole diventa un forno crematorio !
Ma si può sapere da che cosa ci difende un F35?
Se non serve a nulla, un bob non costa meno?
http://www.youtube.com/watch?v=UnE6h76E56A
E i bunkers di ultima generazione? Ottima mimetica, una vera sfida individuarli. Che difesa!
http://www.metronews.it/master.php?pagina=notizia.php&id_notizia=3580
http://www.metronews.it/master.php?pagina=video_esploso.php&id_notizia=3163
Un F35 non difende: bombarda! Moneta in corso vuole che vittime preferite siano i civili.
Sono vie azzeccate per creare i nemici che non esistevano.
Chi ha deciso di acquistarli e di farli costruire ha già bombardato la vita e costituzione!
vale
*
RispondiEliminaPeace & Love & Freedom , now!
sergio
http://nutopia2sergiofalcone.blogspot.it/
*
Anche noi Donne in Nero di Bologna partecipiamo alla campagna! Andate sul nostro blog
RispondiEliminahttp://donneinnerobologna.blogspot.it/2012/04/mille-e-mille-pensieri-contro-la-guerra.html
Guardare in faccia la realtà attuale di crisi economica, che manca di una classe politica che la sappia e la voglia gestire e che sostiene un sistema militare costosissimo e fallimentare, fa tristezza, impotenza e paura, ma fare i conti con questi sentimenti per potersene liberare, dare un nome alle cose, dire la verità è un primo passo per lasciare spazio alla speranza di nuovi progetti." Lucia
RispondiEliminaOgni arma che si costruisce, ogni nave da guerra che parte, ogni razzo che viene sparato rappresenta in fondo un furto per coloro che soffrono la fame e non hanno da mangiare, per quelli che hanno freddo e non hanno vestiti.
RispondiEliminaQuesto mondo in armi non sta solamente spendendo soldi, spende il sudore dei suoi lavoratori, il genio dei suoi scienziati e le speranze dei propri figli.
Il costo di un moderno bombardiere pesante equivale a quello di una nuova scuola in più di trenta città, di due centrali elettriche, ognuna capace di servire una città di 60.000 abitanti, di due nuovi ospedali completamente equipaggiati, di circa cinquanta miglia di autostrade.
Paghiamo per un unico aereo da caccia 14 milioni di tonnellate di grano. Per un solo cacciatorpediniere paghiamo l’equivalente di nuove case che potrebbero ospitare più di 8.ooo persone.
D. Eisenhower, 1953
La compassione non è debolezza e la brutalità non è forza.
In guerra anche i vincitori perdono l’anima
Oggi non ci sono più guerre di difesa, il guerriero non difende più nessuno: butta bombe sulla popolazione civile, distrugge case, città, villaggi, provoca la distruzione del tessuto sociale di un paese, cancellandone il futuro.
Gli esseri umani uccisi nelle guerre non sono i diretti responsabili delle radici del conflitto che la guerra vorrebbe risolvere
La ricerca scientifica, attraverso il silenzio, l’economia, investendo negli armamenti, si rendono complici della guerra.
La pace è apertura all'altro, fiducia nell'altro, nel dialogo con l'altro, anche se l'altro è armato, barricato nelle sue certezze. Incominciamo disarmando il nostro linguaggio.
RispondiEliminaE disarmiamo il nostro rapporto con la natura, l'ambiente, le generazioni future: lavoriamo per un'economia sostenibile.
Non c'è pace senza rispetto ed esercizio dei diritti umani, primo fra tutti il diritto alla vita: facciamo del Mediterraneo un mare di pace.
AMELIO ANZELIERO
LA PACE E' PENSARSI CITTADINI DEL MONDO
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