lunedì 31 ottobre 2011

Ultime notizie dalla Libia “Liberata”

Abbiamo visto tutte e tutti le immagini dalla Libia “liberata” a colpi di bombe (tra 50.000 e 100.000 in circa otto mesi) e di che cosa si preoccupa Mustafa Abdul-Jalil, presidente del Comitato di Transizione Nazionale? Della distribuzione dell'acqua? Della ricostruzione di case, strade, ospedali? Del latte per i bambini?

No: il primo atto pubblico, il 23 ottobre 2011, è stato quello di dichiarare che in futuro le leggi libiche si baseranno sulla sharia, il codice islamico.

Ci spiace non sapere quale interpretazione verrà data della sharia, perché – come ci dicono le donne del WLUML (Women Living Under Muslim Law - Donne che vivono sotto le leggi Mussulmane):

Le leggi cosiddette islamiche, considerate conformi con la sharia, variano enormemente da paese a paese, provando così che sono fatte da uomini e non date da Dio. Inoltre includono elementi della cultura e delle tradizioni, che non hanno nulla a che fare con la religione, così come includono leggi coloniali quando queste si adattano meglio agli interessi del patriarcato locale.



Dove e quando è stata applicata la sharia, le leggi che ne sono derivate hanno colpito pesantemente i diritti delle donne: nel matrimonio, nel divorzio, nella poligamia, nell'eredità... tutto quello che riguarda la famiglia e la condizione di cittadine.

I diritti delle donne non fanno parte della democrazia?

E allora, perché i nostri paesi hanno fatto questa guerra?

Qualche sospetto ci è venuto leggendo che “nello stesso giorno in cui Gheddafi veniva ucciso, la marina militare [italiana] annunciava di aver ripristinato le strutture ENI per lo sfruttamento del gas libico e Finmeccanica riapriva, in Libia, lo stabilimento elicotteristico Agusta-Westland. ”

Del resto Sarkozy e Cameron hanno raccomandato agli imprenditori francesi e inglesi di andare in Libia e fare affari; si tratta di appropriarsi direttamente di quelle risorse che una volta erano ottenute attraverso accordi commerciali con Gheddafi. “Il suo petrolio alimentava gran parte dell'Italia automobilistica e il suo gas faceva funzionare, sempre nella Penisola, una buona porzione delle industrie. È ancora così. ”

Proprio cento anni fa, nell'ottobre del 1911, l'Italia iniziava la feroce guerra di conquista della Libia; adesso è tornata a suon di bombe con la NATO. Per di più la guerra attuale ha provocato grandi lacerazioni e conflitti anche all'interno della popolazione: il rais è morto, ma il paese è stremato e distrutto da una guerra civile non ancora conclusa. “L'odio seminato dalla presenza neocolonialista dell'Occidente provocherà ancora scontri e vittime."


Dichiarazione delle Donne che Vivono sotto le Leggi Mussulmane

76 laici e difensori dei diritti umani, tra cui Mina Ahadi, Nawal El Sadaawi, Marieme Hélie Lucas, Hameeda Hussein, Ayesha Imam, Maryam Jamil, Maryam Namazie, Taslima Nasrin, Farida Shaheed, Fatou Sow, e Stasa Zajovic hanno firmato un Manifesto per un Medio Oriente e Nord Africa liberi e laici. Alla luce dei recenti pronunciamenti del non-eletto Consiglio transitorio libico per le "leggi Sharia", le firmatrici del manifesto si oppongono con veemenza al dirottamento delle proteste da parte dell'islamismo o del militarismo guidato dagli stati uniti e sostengono in modo inequivocabile la richiesta di libertà e di laicità fatte da parte dei cittadini e in particolare delle donne della regione. La laicità è il presupposto minimo per un Medio Oriente libero e per il riconoscimento dei diritti e dell'uguaglianza delle donne.

Per sostenere la campagna:
Firma la petizione www.change.org/petitions/world-citizens-defend-a-free-and-secular-middle-east-and-north-africa

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