Juliano Mer Khamis, attore e regista israeliano, era figlio di Arna, ebrea israeliana, fondatrice di una scuola di teatro nel campo profughi palestinese di Jenin, e di un palestinese di Haifa, Saliba Khamis. |
Nel 2006 aveva aperto nel campo profughi di Jenin il “Freedom Theatre” una scuola di teatro per bambine e bambini palestinesi, uno spazio di espressione e libertà dove essi potessero “darsi un nuovo orizzonte di senso, conservare i loro valori di liberazione e non cadere nelle trappole dell’occupazione e diventare uno specchio del loro nemico. Ma per questo bisogna costruire un’identità molto forte nelle persone, che non ceda a sentimenti di vendetta, fatta di valori universali, cultura, consapevolezza e conoscenza: se qualcuno uccide tua figlia, e tu hai la forza di non uccidere sua figlia, hai la forza di resistere e mantenere i tuoi valori, allora sarai in grado di batterli perché sei più forte come essere umano”.
Questa per Juliano era la vera lotta contro l’occupazione israeliana perché “ciò che l’occupazione sta facendo è distruggere la società”. Ma era anche la lotta contro ogni fondamentalismo, per “costruire sulla base non della tradizione e della religione, ma della libertà, di strutture democratiche, di un alto livello di educazione e della libera opinione, della cultura…. Combattere la tradizione è combattere l’occupazione”.
Questo impegno per la libertà a partire dalle bambine e dai bambini dava molto fastidio a chi non condivideva il suo sogno di essere “il collegamento, una porta, una finestra”.
Il 4 aprile Juliano è stato ucciso da un uomo armato con il volto coperto che l’ha atteso all’ingresso del campo profughi e lo ha freddato con diversi colpi di arma da fuoco.
Teniamo vivo il suo ricordo, il suo sogno di libertà
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