Tutte siamo state molto contente di aver partecipato all’incontro per aver conosciuto Martha: è una donna serena e nel contempo determinata che suscita subito simpatia, che non nasconde i problemi, ma li affronta con chiarezza cercandone una soluzione.
Nella premessa fatta da Patricia sono stati evidenziati alcuni punti, ripresi poi anche da Martha, per inquadrare la situazione in Colombia dal punto di vista delle donne:
- le donne della Ruta cercano di riprendere i rapporti con l’Organización Femenina Popular, pur nella consapevolezza del persistere di differenti punti di vista politici: Ruta è drasticamente contro tutti gli attori armati (esercito, paramilitari, guerriglia), mentre O.F.P. ha incontrato sia guerriglieri sia paramilitari;
- l’ex presidente Uribe ha cercato di coinvolgere nella sua politica esponenti di gruppi femminili, due donne hanno accettato di far parte della commissione governativa di giustizia e pace per la gestione della Ley de Justicia y Paz che riguarda i crimini di guerra; la Ruta è contraria a questo coinvolgimento;
- alcune organizzazioni di donne non vogliono porre la violenza contro le donne, praticata da tutti gli attori armati, al centro della loro politica.
Martha ha subito comunicato che l’Incontro internazionale si terrà a Bogotà dal 15 al 20 agosto; in coda al convegno la Ruta vuole organizzare un tour nelle 9 regioni in cui è presente, un tour economico che potrà unire al convegno la conoscenza del paese e dei luoghi in cui di più il conflitto armato influisce negativamente sulla vita delle donne e delle popolazioni.
Da parte della Ruta c’è la volontà di approfittare di ogni viaggio per preparare l’incontro internazionale di agosto, capire perché sinora c’è stata una risposta così debole e stimolare la partecipazione.
Martha nei suoi ringraziamenti ha definito le Din italiane un pilastro del movimento delle donne contro la guerra, proprio per questo le colombiane si aspettavano per lo scorso novembre la partecipazione di molte donne dall’Italia, come d’altra parte dalla Spagna.
Le donne che vivono nei luoghi di conflitto (Palestina, Afghanistan, Sahrawi, Congo, Colombia…) hanno particolare bisogno di sostegno, appoggio alle loro lotte da realizzare attraverso iniziative politiche di pressione politica e protezione. L’appoggio deve avere l’obiettivo di rendere visibili i problemi delle donne in questi paesi difficili (per esempio fare in modo che non si dimentichi quello che accade in Palestina rispetto alle donne) e di dare valore a quello che esse fanno. La pressione politica e l’iniziativa nei nostri paesi dà loro la forza per acquisire influenza politica nel loro paese e genera un corridoio umanitario che dà loro protezione.
Per esempio per le donne della Ruta, che essendo laiche non hanno protezioni nemmeno della chiesa, è necessario che ci sia un grande numero di internazionali presenti al convegno da loro organizzato, infatti, quando con le loro azioni esse si espongono, corrono maggiori rischi per la sicurezza della loro vita, perciò, se il numero delle internazionali è basso, la loro posizione diventa più debole,mentre se la partecipazione internazionale è alta, ciò per loro significa protezione, forza e riconoscimento. Per questo è stato necessario spostare l’Incontro internazionale da novembre ad agosto e quello di agosto non può e non deve andare male.
Esse auspicano che si creino iniziative internazionali con azioni nonviolente dirette creative (nella Ruta ci sono alcune giovani donne molto creative alle quali viene dato spazio) contro la guerra, da fare a turno nelle varie città del mondo mensilmente avendone stabilito insieme i temi e le scansioni. Le giovani hanno talvolta difficoltà a capire perché si lotta contro la guerra e non per la pace e questo può essere inteso attraverso una lettura femminista della guerra.
Martha ha dato due esempi di azioni nonviolente dirette: una realizzata da loro in Colombia quando, approfittando di una curva nel percorso, hanno fatto entrare nel corteo di una parata militare un carro armato ricoperto di fiori e che sparava fiori, le cui foto hanno fatto il giro del mondo; un’altra realizzata in Spagna e Belgio di cui erano protagoniste delle donne che con dei bambini entravano nel reparto giocattoli di un grande magazzino, i bambini sparavano con pistole ad acqua colorata di rosso e le donne colpite cadevano a terra.
Dobbiamo fare pensieri comuni e azioni comuni che danno visibilità e rafforzano il movimento. Allo scopo si potrebbe lanciare un concorso di idee per azioni dirette nonviolente e performance e organizzare laboratori sulla nonviolenza e le sue pratiche, per valorizzare anche alcuni eventi storici nei quali si è ottenuta libertà e dignità senza spargimenti di sangue, che in genere non sono conosciuti, in particolare da giovani cui in tal modo si possono trasmettere dei valori.
Riguardo al XV° Incontro Internazionale delle Donne in Nero Martha ha innanzitutto sottolineato che è la prima volta che si tiene in un paese extraeuropeo (o che non graviti direttamente sull’Europa come Israele), in un paese dell’America Latina che gode della “summa cum laude” della violenza e della guerra, dove chi difende i diritti umani subisce continuamente forti aggressioni.
Ha poi illustrato i cinque assi delle tematiche del convegno:
- Primo Asse: Sicurezza militarizzata, corsa agli armamenti e protezione delle donne. Come il femminismo ha interpretato le politiche di sicurezza nel mondo attuale (militarismi, corsa agli armamenti; guerre nel sud, armi nel nord, protezione delle donne).
- Secondo Asse: Giustizia per i crimini di guerra e lesa umanità commessi contro le donne. Esperienze nei Tribunali ad hoc e Corte Penale Internazionale.
- Terzo Asse: Lettura da parte dei femminismi dei conflitti attuali. Conflitto armato; conflitto religioso; economie illegali; sessismo e xenofobia.
- Quarto Asse: Azioni o pratiche trasformatrici delle donne in risposta alle sfide. Incontri tra le partecipanti sulle strategie motivanti e le azioni trasformatrici realizzate dalle donne.
- Quinto Asse: Sfide delle Donne in Nero. Come ci interpretiamo e come rispondiamo. Bilancio delle Donne in Nero.
Per ogni asse ci sarà: l’introduzione fatta da una donna (per il I° asse hanno pensato a Luisa Morgantini che è già informata e ha accettato), workshops, restituzione in plenaria.
Il quarto asse dovrebbe essere importante per conoscerci, recuperare le varie memorie storiche, per individuare come stiamo interpretando la realtà che viviamo e le realtà esterne degli altri paesi: ci interessano le realizzazioni delle donne e poi, in particolare, delle DiN; siamo noi che dobbiamo valorizzare le nostre pratiche ed iniziative. Al riguardo Martha ci ha detto che, quando si reca in un altro paese, si accorge dell’importanza delle DiN in quel paese, cosa che le stesse DiN non sono in grado di percepire; “purtroppo voi europei avete interiorizzato l’Europa come un paese per vecchi!”.
Il lavoro e le conclusioni di tutti gli assi dovrebbe confluire nel quinto e nella plenaria finale dove si prenderanno delle decisioni.
In ogni caso dobbiamo dar valore alle azioni nonviolente che facciamo: la guerra toglie dignità e libertà, le azioni nonviolente invece danno dignità e libertà.
Le donne della OFP saranno invitate all’incontro in quanto appartenenti alla rete delle Donne in Nero.
Come preparazione al convegno le colombiane chiedono che nei gruppi locali e a livello di rete nazionale si faccia una discussione sugli assi tematici proposti e che si mandino le conclusioni a tutta la rete internazionale. La cosa peggiore per lo scorso novembre è stato il silenzio: la Ruta ci chiede di rompere il silenzio, di scrivere, anche individualmente, esprimendo le proprie difficoltà (sia di carattere economico sia in relazione alle relazioni tra donne in Colombia o altro) e la propria intenzione di partecipare.
La Ruta ha individuato 20 donne la cui partecipazione al convegno sarebbe molto importante, ma che non possono pagare viaggio e iscrizione e che quindi dovrebbero essere “adottate” dalle internazionali (alcune sono già state adottate). La gestione dei fondi in tal senso sarà a cura della Ruta.
Scadenze
Noi DiN presenti a Bologna abbiamo deciso di lanciare una raccolta fondi per l’adozione di alcune donne provenienti da “luoghi difficili”; dovremmo inviare quanto raccolto alla Ruta Pacifica entro febbraio.
Le iscrizioni al convegno vanno fatte entro marzo e saranno rese pubbliche sulla rete internazionale in modo tale da spingere altre a partecipare (si chiama “animar la fiesta”).
Nessun commento:
Posta un commento