Opporsi alla militarizzazione e alla guerra è la ragion d'essere di Noi Donne in Nero.
Per questo rispondiamo all'appello delle donne e degli uomini del Presidio Permanente No Dal Molin di tornare nelle strade di Vicenza per contribuire a costruire "un territorio libero e inospitale alla presenza militare", convinte che questo obiettivo non riguarda solo le cittadine e i cittadini di Vicenza, ma riguarda tutte quelle e tutti quelli che cercano insieme percorsi nonviolenti per uscire dall'orizzonte delle armi e della guerra.
ADERIAMO QUINDI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 4 LUGLIO A VICENZA
Donne in Nero - Italia
dal sito nodalmolin
4 LUGLIO: L'INDIPENDENZA ? SI CONQUISTA
"Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso. " Parola di Nelson Mandela, premio nobel per la pace; ma anche, per coloro che volevano continuare a imporre a lui e alla sua comunità l’apharteid, parole di un estremista da incarcerare perché contro quella ragion di stato che imponeva al Sud Africa del secolo scorso la segregazione razziale.
Come sono sognatori quei vicentini che, contro la volontà della prima potenza mondiale e del suo vassallo romano – il governo italiano – vogliono impedire la realizzazione di una nuova, devastante servitù militare. Perché, fatte le debite distinzioni, un premio nobel per la pace a lungo incarcerato per azioni di guerriglia e sabotaggio e dei cittadini processati per l’essersi incatenati all’interno di un palazzo governativo hanno in comune proprio quell’elemento irrazionale quanto quotidiano che si chiama sogno.
E Vicenza è una terra che rifiuta testardamente di arrendersi agli artigli di cemento e d’acciaio della 173° Brigata Aerotrasportata che vorrebbe realizzare tra le ville palladiane il suo nido; perché arrendersi vorrebbe dire non soltanto accettare la devastazione del proprio territorio – e della falda acquifera sottostante – ma anche abbassare la testa rinunciando alla propria dignità di cittadini.
"Estirpare alla radice il dissenso locale": in queste parole, scritte dal commissario Paolo Costa – ovvero da colui che segue, per conto del governo italiano, la vicenda Dal Molin – sta la volontà di trasformare i cittadini in sudditi; cancellando in un sol colpo qualunque principio democratico per far posto a un’ingombrante, quanto opprimente, ragion di stato che imporrebbe alla comunità di accettare, non si capisce bene su quali fondamenta morali ed etiche, qualunque sacrificio.
Tra perseverare e arrendersi, noi scegliamo di continuare a sognare; perché crediamo che il percorso iniziato dalla nostra città sia portatore di un sogno collettivo che racconta una comunità che si autogoverna, a partire dai propri bisogni, rifiutando di delegare qualcuno a decidere per se; perché non accettiamo di obbedire a un comando, quello di ospitare una base di guerra che non vogliamo; perché disprezziamo chi, per interessi economici o militari, mette a rischio un territorio e la sicurezza e la salute dei suoi abitanti. Perché vogliamo sentirci liberi di vivere la nostra quotidianità nella nostra terra, e per questo indipendenti dall’ingombrante presenza di migliaia di soldati e dei loro strumenti di morte e distruzione.
Il 4 luglio, vogliamo costruire la nostra indipendenza; non come atto formale, burocratico, bensì come percorso di partecipazione, azione e riappropriazione. Perché l’indipendenza si costruisce a partire da noi stessi, dal nostro essere mai fermi, dal nostro pretendere la terra che ci appartiene in quanto spazio in cui viviamo.
E allora, alle parole di Nelson Mandela, possiamo aggiungere quelle di Marcos con le quali, più di due anni fa, abbiamo iniziato il nostro cammino; perché se è vero che "un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso " è anche vero che "se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia". Il 4 luglio continuiamo a sognare; indipendenza, dignità, partecipazione: l’AltroComune vuol contribuire a costruire l’altro mondo possibile.
giovedì 18 giugno 2009
http://www.nodalmolin.it/spip.php?article284
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