CONDANNATA
AD ALTRI 10 ANNI DI PRIGIONE.
NON FERMATE IL SUO CAMMINO!
AD ALTRI 10 ANNI DI PRIGIONE.
NON FERMATE IL SUO CAMMINO!
A soli 4 anni dalla sua scarcerazione dopo 11 anni di prigione, il governo turco vuole riaprire le porte del carcere per Leyla Zana. Il 4 dicembre 2008 il tribunale penale della città di Diyarbakir ha emesso nei suoi confronti una nuova durissima condanna: 10 anni per 9 discorsi pronunciati in pubblico.
Violazione delle leggi anti-terrorismo, così recita il verdetto. Tra i reati accumulati quello di aver nominato pubblicamente Abdullah Ocalan, riconosciuto da Leyla Zana come leader del popolo kurdo.
La storia e i contenuti dei discorsi di Leyla Zana sono noti a livello internazionale, tanto da ricevere riconoscimenti prestigiosi come il premio europeo Sacharov per la liberta' di pensiero, consegnatole a Bruxelles dalla presidenza del Parlamento Europeo subito dopo la sua scarcerazione nel 2004 e numerose cittadinanze onorarie.
Tra queste quella della città di Roma, conferita nel 1994 e consegnata dalla delegata del sindaco Alemanno nell'ottobre 2008, in occasione del viaggio di Leyla Zana in Italia.
La nuova tremenda ingiusta sentenza, è andata in appello e l'udienza, salvo spostamenti, è fissata per il prossimo 2 giugno. Il verdetto se confermato, priverà Leyla Zana della sua libertà per altri lunghi 10 anni e priverà il mondo intero, a partire dalla minoranza kurda turca, di una delle figure più significative nel difficile processo di pace sulla strada delle riforme democratiche in Turchia.
Un processo ancora denso di ostacoli e vanificato dall'incessante repressione da parte dello strapotere militare turco nei confronti della popolazione kurda. Un processo fortemente indebolito dal balbettio dell' Europa politica nei confronti di verità preoccupanti che ogni osservatore attento non potrebbe negare nei confronti dello stato turco.
Ma è proprio dalla Turchia, dalle sue espressioni più democratiche che arriva un appello firmato da intellettuali, politici, associazioni, rivolto alle forze politiche europee e internazionali, alle espressioni democratiche della società internazionale perchè facciano pressione sui propri governi e sul governo di Ankara per fermare la nuova condanna nei confronti di Leyla Zana,
Tra i primi atti del neo eletto presidente Obama, significativa è stata la chiusura del carcere di Guantanamo; ma prima che arrivi una nuova primavera nel mondo molti altri passi vanno fatti a fianco e insieme a chi ha speso la vità per la giustizia.
Leyla Zana lo ha fatto, continua a farlo, il suo cammino non può, non deve fermarsi.
Donne in Nero -Italia
per firmare l'appello
http://leyla-zana.blogspot.com/
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