sabato 12 aprile 2008

Libertà per Leyla Zana e per il popolo curdo in Turchia


Ancora prigione per Leyla Zana condannata a due anni di carcere per avere nominato pubblicamente il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah Ocalan. La condanna emessa il 10 aprile 2008 dal tribunale di Diyarbakir è per "propaganda a favore di un'organizzazione terroristica".

Questa la risposta della Turchia alla recente sentenza della Corte europea di Lussemburgo che ha tolto il PKK dall'elenco delle organizzazioni terroristiche.

Dopo dieci anni passati nelle carceri turche, dal 1994 al 2004, ancora un violento tentativo di togliere voce a una tra le personalità curde che maggiormente si battono per la pace tra curdi e turchi.

Leyla Zana ha dimostrato al mondo di essere una donna di straordinario coraggio e fermamente convinta da sempre della necessità del dialogo.

Continuiamo a sostenere Leyla Zana, "prigioniera di pace" e il suo diritto alla libertà e chiediamo all'Europa che le ha assegnato nel 1995 il premio Sakharov per i diritti umani, di fermare l'escalation brutale delle forze politiche più reazionarie turche , responsabili dei fatti di sangue accaduti durante l'ultimo Newroz e dei tanti processi a carico di sindaci e esponenti politici curdi.

L'Europa giochi seriamente la carta delle trattative per l'entrata di Ankara in Europa ed esprima una ferma condanna per la sentenza iniqua che condanna ancora una volta Leyla Zana.

L'Italia metta seriamente al primo posto il rispetto dei diritti umani e non gli interessi di mercato accogliendo la richiesta di moratoria sulla vendita delle armi italiane alla Turchia.


Donne In Nero

12 aprile 2008

per adesioni donneinnero7.roma@email.it

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