lunedì 2 marzo 2009

Non Usate I Nostri Corpi Per Le Vostre Leggi Razziste


NON IN NOSTRO NOME


leggi xenofobe -
“guerra ai clandestini”
strumentalizzazione del corpo delle donne

“Una menzogna ripetuta cento, mille volte diventa verità”, diceva Gobbels, ministro della propaganda di Hitler.

Nonostante i dati del ministero degli interni dicano che già da vari anni in Italia i reati sono in diminuzione, negli ultimi anni hanno voluto farci credere che il problema principale degli italiani fosse la sicurezza, e non la fatica di arrivare a fine mese. Analogamente, nonostante in base ai dati ISTAT si può dire che gli immigrati, irregolari o no, delinquono un po’ meno degli italiani, vogliono inculcarci in testa il binomio “immigrato=delinquente”.

Dopo aver manipolato per tanti anni la percezione della realtà, con l’attuale governo la situazione è pr
ecipitata: senza neanche il contributo di una discussione parlamentare l’esecutivo continua a emanare decreti legge razzisti, xenofobi, lesivi dei diritti umani e quindi anticostituzionali.



REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
Non contenti del tappeto di cadaveri che ricopre il fondo del Mediterraneo, i nostri governanti rendono illegale il fatto stesso di approdare sulle coste italiane, violando non solo le norme internazionali che proteggono i migranti e i richiedenti asilo, ma la più elementare solidarietà umana. Come se il fatto di essere nato in Italia o in Marocco o in Somalia non fosse altro che frutto del caso. Riempire le carceri di persone che non hanno commesso alcun reato è una barbarie, oltre che un assurdo spreco di denaro pubblico.

DENUNCIA DEI CLANDESTINI CHE SI RIVOLGONO ALLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHE:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo [non ‘cittadino’] e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
(Costituzione italiana, art. 32). Oltre che in assoluto contrasto con il dettato consituzionale la norma collude con il codice deontologico dei medici; infatti il provvedimento ha sollevato un’ondata di protesta fra gli operatori sanitari.

OBBLIGO DI SCHEDATURA PER I SENZA DIMORA
Bisogna ricordare che è stato così, con la schedatura di alcuni gruppi di “indesiderabili”, che ha avuto origine il nazismo. Invece di sprecare denaro pubblico per schedare chi molto spesso è già conosciuto e a volte assistito dai servizi comunali, non sarebbe meglio trasferire ai Comuni le risorse necessarie per potenziare i servizi alla persona e le politiche per la casa?

EQUIVALENZA “CLANDESTINO”-STUPRATORE
Per quanto dai dati risulti che violenze contro le donne e stupri vengono perpetrati nella maggioranza dei casi all’interno delle mura domestiche, tutta l’attenzione mediatica, tutti i provvedimenti di legge e tutti i fondi vengono indirizzati alla repressione degli “stupratori-immigrati”. È l’ennesima strumentalizzazione del corpo delle donne per fini di carattere politico: additare gli immigrati “clandestini” come responsabili della violenza contro le donne, oltre che una falsità, è un modo per alimentare ulteriormente sentimenti xenofobi nella popolazione e produrre un imbarbarimento che porta a forme di giustizia fai-da-te.

RONDE
Di fronte alla ronde istituite con l’ultimo decreto ci sentiamo negate come cittadine e non rispettate come donne. Viene messo in discussione il nostro diritto ad essere tutelate con gli strumenti che la democrazia mette a disposizione. Ci sentiamo invece trattate come le femmine di un branco che devono essere sottratte al branco straniero. Quelle stesse femmine che vengono stuprate tra le mura domestiche e sulle quali si mette la sordina. Come sempre le donne non state interpellate sul tema: vengono solo “usate” come pretesto per tutt’altri fini. Quale sicurezza ci può dare una ronda o un branco di uomini che si aggira per il nostro quartiere, quando sappiamo benissimo che molto spesso il pericolo per noi viene proprio da uomini che hanno tanto bisogno di manifestare la propria virilità?

Noi donne in nero siamo profondamente angosciate da questo dilagante rigurgito razzista e assai preoccupate per gli esiti cui ci potrà portare. Non vogliamo essere complici di tanta barbarie, tanto più se agita strumentalmente “in difesa delle donne”. Non crediamo che soldati armati nelle piazze garantiscano maggior sicurezza, anzi: non solo quando ci sono più armi in giro i rischi aumentano per tutti, ma la militarizzazione dei luoghi dove viviamo conduce inevitabilmente anche a una modificazione in senso bellicista del nostro modo di pensare; è un modo per acuire i conflitti, non certo per affrontarli.

Vogliamo vivere in un paese civile, laico, solidale, rispettoso della Costituzione e dei diritti universali delle donne e degli uomini: è questa l’unica sicurezza di cui sentiamo il bisogno.

Vogliamo restare esseri umani

donne in nero di Piacenza
Piacenza, 25 febbraio 2009

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