Si dice che attualmente vi è un processo di pace tra Israele e Palestina. Sono in corso trattative tra il governo israeliano e l'Autorità palestinese.
La maggior parte di quelli che hanno seguito la serie di "processi di pace", a partire da Oslo, sono scettici, perché mentre i colloqui vanno avanti, un altro processo continua senza sosta- il processo d'espansione degli insediamenti, d'espropriazione dei palestinesi. Il processo di colonizzazione e di pulizia etnica.
Alle 04:30 del Lunedi il 16 settembre, l'esercito israeliano è arrivato senza preavviso, nel villaggio di Khirbet Makhoul nella Valle del Giordano settentrionale con i bulldozer militari. In breve tempo tutti gli edifici sono stati distrutti.
Tentativi da parte della Croce Rossa di portare aiuti umanitari sono stati impediti con l'uso di granate stordenti. Il personale consolare di alcuni paesi dell'Unione Europea sono stati rimossi dalla zona in violazione della loro immunità diplomatica. Abitanti del villaggio rimangono senza riparo o mezzi di sussistenza, esposta al sole cocente e alla notte fredda.
La distruzione del villaggio di Khirbet Makhool è solo l'ultima di una lunga serie di demolizioni nella Valle del Giordano, area sotto il controllo civile e militare israeliano, quasi completamente dichiarata "zona militare chiusa". Una politica implementata da tempo, che si accompagna al divieto per i residenti palestinesi di costruire qualsiasi tipo di struttura permanente: obiettivo finale è l'espansione delle colonie agricole israeliane e l'assunzione del totale controllo delle risorse naturali.
Secondo un rapporto di Human Rights Watch, nei primi otto mesi del 2013 sono già state distrutte 420 strutture e 716 persone sono state cacciate dalle loro terre e dalle loro comunità in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Dal 2009, data di insediamento del governo Netanyahu, secondo dati OCHA, le forze israeliane hanno costretto 3.799 palestinesi a lasciare le proprie case; nello stesso periodo, quasi 4.600 unità abitative per coloni sono state costruite negli insediamenti di Gerusalemme Est e Cisgiordania.
Mercoledì il 25 settembre, la Coalizione delle Donne per la Pace visiterà Khirbet Makhoul per protestare contro le demolizioni e l'abbandono dei residenti della zona. Inviamo loro il nostro affetto e la nostra solidarietà.
Nel frattempo, il governo israeliano e il segretario di Stato degli Stati Uniti stanno facendo pressione sull'Unione Europea a sospendere la decisione di porre restrizioni in materia di cooperazione con Israele, in modo che gli insediamenti e organizzazioni che traggono profitto da o che sostengono la colonizzazione della Cisgiordania non beneficiano di fondi europei .
Per molti anni l'Unione europea non ha agito in base alle condizioni dei suoi trattati con Israele e pur condannando gli insediamenti illegali, non hanno fatto nulla per condizionare le relazioni commerciali con Israele sulla applicazione delle proprie norme. Molte volte in passato abbiamo scritto ai rappresentanti dell'UE chiedendo l'applicazione di queste norme. Ci hanno sempre risposto che"l'impegno" con Israele avrebbe migliorato la situazione - e sempre gli insediamenti si sono ampliati, e più palestinesi hanno perso la loro terra.
Ora, quando finalmente l'UE ha adottato norme per imporre il rispetto per il diritto internazionale, Israele e gli Stati Uniti affermano che le nuove restrizioni mineranno il processo di pace. A noi pare che siano la colonizzazione continua e gli altri abusi a distruggere la speranza di pace.
Il Coordinamento Europeo dei Comitati e delle Associazioni per la Palestina ha lanciato una campagna per contrastarei tentativi di impedirel'applicazione delle nuove norme. Qualcosa che possiamo fare è di inviare lettere ministro degli esteri (ministero.affariesteri@cert.esteri.it) e ai parlamentari e senatori italiani (http://www.camera.it/leg17/28 )
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