domenica 15 febbraio 2015

Non dimenticheremo mai il genocidio di Srebrenica 1995 – 2015

Quest’anno cade il 20° anniversario del genocidio di Srebrenica - il più grande crimine di massa commesso in territorio europeo dopo la seconda Guerra mondiale.

L’11 luglio 1995 la formazione armata della Republika Srpska, comandata dall’indiziato all’Aja Ratko Mladić, occupò Srebrenica, un rifugio sicuro sotto la protezione delle nazioni Unite. Il regime di S. Milošević fornì il completo sostegno militare, logistico, finanziario e politico all’azione di genocidio. Secondo I dati ufficiali furono uccise 8372 persone di nazionalità bosniaca, ma le famiglie rivendicano circa 10.000 dei loro membri.

Per commemorare il 20° anniversario del genocidio di Srebrenica, ogni 11 del mese le organizzazioni per la pace e compagnie artistiche della Serbia, della Bosnia Erzegovina e del Montenegro organizzeranno attività a Belgrado, Sarajevo, Kotor e in altre città in Serbia, Bosnia Erzegovina e Montenegro. La prima di questa serie di attività, l’11 febbraio, sarà una visita compiuta da attivisti/e delle Donne in Nero e dell’Associazione per la Ricerca Sociale e la Comunicazione al Memorial Center di Potočari, insieme alle donne di Srebrenica.

Le attività saranno organizzate allo scopo di:

  • esprimere la nostra compassione, solidarietà e responsabilità verso le vittime del genocidio di Srebrenica;
  • richiamare l’attenzione sul fatto che nell’opinione pubblica dei nostri paesi il genocidio di Srebrenica è ampiamente negato o minimizzato
  • ricordare il fatto che nei tre paesi indicati non è ancora stata proclamata una Giornata della Commemorazione del genocidio di Srebrenica, come era stato suggerito dal Parlamento Europeo, e ribadire la richiesta che l’11 luglio sia proclamato Giornata di Commemorazione del genocidio di Srebrenica;
  • incoraggiare le nostre società perché si affermi una cultura di compassione e solidarietà.

La commemorazione congiunta del 20° anniversario del genocidio di Srebrenica è stata promossa dalle seguenti organizzazioni per la pace e compagnie artistiche: Dah Theater, Belgrado - Led art, Novi Sad - Associazione per la Ricerca Sociale e la Comunicazione, Sarajevo - Škart, Belgrado - Donne in Nero, Belgrado.


Con il sostegno di: Centro per Donne e Educazione alla Pace, Anima, Kotor - Associazione Anima, Đulići/Zvornik – Gruppo Attivisti Pace, Tuzla - Movimento Madri delle Enclave di Srebrenica e Žepa, Sarajevo - Associazione Donne di Srebrenica (Žene Srebrenice), Tuzla – Donne per la Pace, Leskovac - SoS hotline per donne e bambini vittime di violenza, Vlasotince – Associazione Donne Sundial, Peščanik Kruševac - Centro per Ragazze, Niš - Voce di Donne, Priboj - Associazione Antifascista di Serbia, Belgrado - Centro Alternativo per Ragazze, Kruševac – Sezione Donne di CA Equality (UG Ravnopravnost), Zrenjanin – Gruppo Donne Pace, Pančevo – Iniziativa Donne di Vojvodina, Novi Bečej – Spazio Donne (Ženski prostor), Niš – Centro Donne Rom Dae, Belgrado - Art Women, Belgrado.

Belgrado, Sarajevo
10 febbraio, 2015

domenica 8 febbraio 2015

GIORNATE DELLE MEMORIE

 
La mia grande lezione da Auschwitz è: chi vuole disumanizzare l'altro deve prima essere disumanizzato. Gli oppressori non sono più veramente umani, qualunque sia l'uniforme che indossano.

Hajo Meyer 12 agosto 1924 – 23 agosto 2014

 


Il 27 gennaio ricorda la data in cui, nel 1945, venne liberato il campo di sterminio di Auschwitz, uno dei luoghi più tragici dell'olocausto nazista. Il termine olocausto viene usato per descrivere il genocidio sistematico che portò alla deportazione e allo sterminio di 6 milioni di ebrei, 500.000 rom e sinti, oltre a migliaia di comunisti, lesbiche, gay e transessuali, malati di mente, pentecostali, testimoni di Geova, sovietici, polacchi e altre popolazioni slave.

Nel suo libro I sommersi e i salvati Primo Levi, sopravvissuto al lager di Auschwitz, riflette sul dovere e sulla difficoltà del portare testimonianza di eventi tanto terribili e scrive: 

 “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. Può accadere, e dappertutto”.

Purtroppo nei decenni successivi i massacri sono continuati in molte parti del mondo, troppo spesso senza ottenere attenzione: dall'Indonesia all'Algeria, dall'Afghanistan al Guatemala.... Ancora adesso avvengono grandi stragi, come in Nigeria o in Libia, in Siria o a Gaza o in Iraq, e anche se ce ne arriva notizia, non trovano sufficiente eco nelle nostre menti e rischiano di essere dimenticate il giorno dopo.

Queste tragedie sono state realizzate dalla ferocia di governi, apparati militari e ogni sorta di attori armati, ma non sarebbero state possibili senza consenso, complicità o indifferenza diffusa. Perciò è necessario che ciascuna e ciascuno di noi si assuma invece la responsabilità di prestare attenzione e sentire che quanto succede ci riguarda. Occorre serbare memoria per cercare di comprendere la storia e i percorsi che hanno portato a quegli orrori; farne un uso onesto è quanto ci può permettere di evitare che si ripetano.

Con Primo Levi siamo convinte che 


“Neppure è accettabile la teoria della violenza preventiva: dalla violenza non nasce che violenza, in una pendolarità che si esalta nel tempo invece di smorzarsi.” 
(Primo Levi, I sommersi e i salvati).

Perciò siamo anche convinte che è nostra responsabilità costruire alternative nonviolente, lavorando giorno dopo giorno per cercare di inceppare i meccanismi della produzione e dell'uso delle armi, delle politiche di guerra, di conquista e sfruttamento, della esasperazione delle ingiustizie nel nostro paese e in ogni parte del mondo.

Insieme alla tragica memoria del 27 gennaio rispettiamo tutte le altre memorie di dignità umana offesa, impegnandoci contro ogni forma di violenza e discriminazione di carattere etnico, religioso, politico e di orientamento sessuale.