E' 25 anni da quando il muro di Berlino è caduto, risvegliando le speranze di un dividendo di pace, la fine della corsa agli armamenti, la fine della minaccia di una guerra devastante.
In breve tempo tutte queste speranze sono state schiacciate, e la NATO, un'alleanza suppostamente stabilita per la difesa reciproca dei territori degli Stati membri, ha adottato un nuovo "concetto strategico".
Nel corso degli anni successivi, c'è stato appena un giorno in cui la NATO non era impegnata in una guerra che non aveva niente a che fare con la difesa del territorio. Pretesti sono stati inventati per il consumo pubblico. I conflitti si sono verificati o sono stati prodotti. E ci hanno detto che la forza militare era l'unica opzione. Avevano una "responsabilità di proteggere" ed i risultati tristi di questa "protezione" non sembrano scoraggiarli di offrirla ancora una volta - nell'Afghanistan, nell'Iraq, nella Libia, e ora di nuovo nell'Iraq.
Ma nei vertici della NATO, non c'è bisogno di fingere. La missione della NATO è quello di difendere gli "interessi" degli stati nazionali - gli interessi, non il territorio. Quindi, gli interessi dei membri della NATO saranno difesi con la forza travolgente con un totale disprezzo per le genti dei paesi in cui si trovano questi "interessi".
Per l'Italia, questo non è solo una violazione morale, ma anche una violazione della Costituzione che "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli". Sicuramente attacchi armati contro i paesi in "difesa degli interessi" possono essere visti solo come l'aggressività predatoria.
E 'chiaro che la NATO sta diventando una sempre maggiore minaccia per la pace. La Nato non ci protegge dalle guerre. Le crea – costringendoci poi a parteciparvi. E' ora di ripensare la nostra adesione. Ecco la premessa del convegno "E' NATO per la guerra: come uscire dal patto Atlanico" che si e' svolto l'11 Ottobre a Roma. Al convegno hanno annalizato i gravi rischi ai quali l'adesione alla NATO espone l'Italia per lanciare una campagna per l'uscita dell'Italia dal patto atlantico, anche a tappe e anche con l'impiego di strumenti legislativi.
E' stato detto che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. E la guerra è infatti la progressione logica delle politiche economiche predatorie perseguite dai governi dei paesi della NATO. Queste politiche, i cui effetti vediamo ora nel nostro paese, hanno avuto un effetto catastrofico in molti paesi africani - e molti hanno cercato una via di fuga che è molto più pericoloso di quanto sono stati i tentativi di attraversare il muro di Berlino.
Tra il 1961 e il 1989, fra 100 e 150 sono morti cercando di attraversare il Muro di Berlino - una frazione dei 25.000 che dal 1990 sono morti nel Mediterraneo cercando rifugio in Europa.
Questa aggressione economica e le guerre che sono le sue conseguenze non sono nel nostro interesse. Ci rifiutiamo di essere complici e ci impegniamo a lavorare per un'economia inclusiva e cooperativa che risponde alle esigenze di tutte le persone.
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