martedì 25 giugno 2013

Pace in Colombia? Bisogna superare le esclusioni e ingiustizie che vivono le contadine




Raccogliamo l'eredità storica delle donne che hanno rivendicato il diritto alla pace e il dialogo come unico strumento politico e etico per la risoluzione dei conflitti privati e pubblici






Pronunciamento di Mujeres por la Paz sul primo accordo del Tavolo di Negoziazione dell’Avana su "Politica di sviluppo agrario Integrale" 

Bogotá, 17 giugno 2013
Signori
Humberto de la Calle Lombana e Delegati del Governo Nazionale ai Dialoghi di Pace
Iván Márquez e delegati delle FARC ai Dialoghi di Pace
L’Avana, Cuba.

Stimate delegate e delegati,

Mujeres por la Paz è un ampio coordinamento in cui confluiscono donne di diverse regioni del paese, vittime, difensore dei Diritti umani, femministe, contadine, di partiti politici, giovani, lesbiche, sindacaliste, ecumeniche, artiste, donne in rappresentanza di organizzazioni e donne a titolo personale, che hanno un fine comune: l’impegno nella costruzione della pace e proteggere e accompagnare il processo di dialogo per la pace in Colombia, esigendo dal governo e dalle FARC di portare a conclusione l’accordo per cui si sono impegnati e di non alzarsi dal tavolo del negoziato prima di aver firmato l’impegno di porre fine al conflitto armato e costruire la pace.

Riteniamo un fatto di portata storica per la costruzione della pace l’accordo raggiunto a L’Avana sul primo punto dell’agenda pattuita, che riguarda la “politica di sviluppo agrario integrale”. L’accordo è una dimostrazione della volontà politica delle parti di porre termine al conflitto armato e affidare alle colombiane e ai colombiani il compito della costruzione della pace. L’accordo contribuisce ad ampliare il sostegno cittadino al processo di dialogo e a proteggere il processo dagli attacchi di chi ancora ritiene che la guerra è la via migliore per risolvere i gravi conflitti sociali, economici e politici presenti nella società colombiana.

Benché non si conoscano i dettagli dell’accordo, i punti generali raggiunti non tengono in considerazione le donne contadine che non solo hanno contribuito in modo sostanziale alla resistenza e alla sopravvivenza, ma sono anche state vittime del conflitto armato. Temi come la distribuzione e il possesso della terra, l’eliminazione della povertà nelle campagne, il miglioramento delle condizioni di lavoro per le contadine e i contadini, la salute e l’educazione toccano in modo diverso le donne e gli uomini, questo è un tema di importanza vitale non solo per il raggiungimento della pace ma anche per superare le ingiustizie che si vivono nella campagna colombiana.

Come esposto nel documento presentato da Mujeres por la Paz al “Foro sobre Política Agraria” tenutosi a Bogotà a dicembre del 2012, tre sono i modi principali con cui ai manifestano le relazioni di oppressione e subordinazione vissute dalle donne.

  • Il primo
è costituito dalle condizioni di disuguaglianza derivanti dal fatto di vivere in campagna rispetto alle donne di città. Le donne nel settore rurale presentano maggiori percentuali di analfabetismo, mortalità per malattie, maggiori indici di violenza contro di loro; maggiori percentuali di disoccupazione, e, infine, minore qualità di vita, obiettivamente misurata.
  • Il secondo
 è il minor accesso alla proprietà della terra, così come il finanziamento delle loro iniziative produttive che dipendono dai maschi per qualsiasi tipo di impresa. “Per le donne rurali, la terra, più che uno spazio fisico o un enunciato giuridico o geografico, è una interrelazione con l’ambiente che ha un senso comunitario e culturale. La terra rappresenta la loro storia e il loro principale mezzo di sussistenza, dunque lì trovano il loro lavoro, il loro sviluppo familiare, sociale e politico. Questa situazione non permette loro di creare un vincolo reale con la terra, dato che l’uomo è il proprietario ed ha il potere di decidere sulla produzione e la distribuzione del lavoro familiare” (Rodríguez Laura T; 2010).
  • Il terzo
sta nel carattere differenziato degli effetti che ha il conflitto armato sui loro corpi e sulle loro vite: le donne rurali, le cui discriminazioni si accumulano lungo la loro vita, devono affrontare contesti ostili che utilizzano i loro corpi come spazi della guerra e le loro vite come parte di strategie esemplificatrici. Esprimiamo la nostra preoccupazione perché nei punti dell’accordo non si includono le donne come soggetti delle riforme strutturali che si devono realizzare a favore dell’agricoltura colombiana; per esempio si parla di terra per il contadino e non si citano le contadine.

Speriamo che l’accordo raggiunto non solo superi l’esposizione del signor Humberto de la Calle Lombana, capo negoziatore del governo, secondo cui questo accordo non è secondo “la visione tradizionale di una riforma agraria, ma pretende di creare cambiamenti reali per saldare la breccia tra il paese rurale e quello urbano”, ma superi anche le ingiuste condizioni sociali, economiche e politiche che devono affrontare le contadine.

Superare queste tradizionali esclusioni e ingiustizie che vivono le contadine e le donne colombiane, richiede che voi facciate un primo passo che consiste nell’includere le donne come soggetti di diritti e come soggetti di trasformazioni sociali, perciò, sapendo che gli accordi sono generali, insistiamo perchè si parli un linguaggio inclusivo che permetterà, nel momento di definire programmi e strategie, di dar vita ad accordi in cui le donne si trovino comprese.


Alla vostra attenzione
Mujeres por la Paz


 

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