Il 13 febbraio a Piazza del Popolo, a Roma, c'erano così tante persone, donne e uomini, che non si riusciva più ad entrare, né ad uscire una volta entrati in piazza. I telefoni non funzionavano, era quindi impossibile arrivare agli appuntamenti prefissati, l'unica cosa che si poteva fare era rilassarsi, ascoltare e conversare con i vicini di piazza.
Gli interventi dal palco non erano particolarmente esaltanti, non si trattava di un comizio, non c'erano oratori e trascinatori di folle professionisti. Sono state fatte molte letture, a volte noiose come spesso sono le letture delle persone che non sanno impostare la voce e non hanno ritmo, e ci sono stati interventi molto discutibili... ma la piazza era pacifica e rilassata, fatta di persone che, in tutta semplicità e senza moralismi, affermavano la loro dignità, il loro diritto a vivere in un paese civile.
Non c'era solo la piazza, alcune donne che non riuscivano più ad entrare hanno improvvisato un corteo selvaggio per le vie del centro che via via è diventato sempre più lungo gioioso e liberatorio e che è arrivato fin sotto ai palazzi del potere. Si sono molto divertite. Libere, indecorose, non disponibili a delegare e autodeterminate. “ E' bella chi si ribella” perché profuma di libertà.
C'erano anche le donne in nero di Roma nella piazza e nel corteo. Quelle che sono riuscite ad arrivare all'appuntamento hanno esposto lo striscione -Donna é volare- in ricordo di una cara amica. E' stato uno slogan profetico, dal 13 febbraio 2011 tutte le donne che hanno attraversato quella piazza e quel corteo sanno che non si torna più indietro. Ci abbiamo messo qualche anno, ma è chiaro a tutte che abbiamo spiccato il volo e che proprio non possiamo tornare indietro.
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