sabato 26 settembre 2009

Beato il mondo quando non avra' piu' bisogno di eroi


La manifestazione per la libertà di informazione e' stata rinviata per non sovraporre alla giornata di lutto nazionale per i soldati italiani uccisi a Kabul.

Per noi questa decisione e' stata sbagliata e disonesta. Abbiamo dato la nostra adesione alla manifestazione perche' riteniamo la liberta' d'informazione un fattore importantissimo nella lotta contra le guerre e la violenza e nella lotta per i diritti delle donne - lotte che non si puo' separare.

Mi dispiace molto vedere i
governi mettere a rischio le vite
dei soldati in nome della
democrazia. Il fatto e' che
i soldati servono gli interessi
della Casa Bianca e le
conseguenze della loro
occupazione sono devastanti
per il mio popolo.

Malalai Joya



Se crediamo davvero nell'importanza della liberta' d'informazione, dovrebbe essere chiaro che la mancanza d'informazione seria sui motivi e le consequenze della missione militare in Afganistan ha giocato un ruolo importante nell'uccisione dei 6 solidati italiani.

Ritirarci e restare in silenzio mentre la tragedia che ha colpito questi uomini e i loro cari viene strumentalizzata proprio da quelli che li hanno mandati a morire non e' segno di rispetto - anzi.

Percio nonostante la pioggia e la decisione di molti di rimandare la manifestazione, a Bergamo le Donne in Nero hanno mantenuto l'appuntamento, vestite in nero per il lutto che portiamo per le guerre, per ogni guerra.

Se l'informazione desse le giuste notizie e documentazioni sui motivi di ogni guerra forse ci sarebbe più pace.

Estendiamo anche la nostra solidarieta' a Simonetta Salacone, dirigente scolastica della scuola Iqbal Massih di Roma, che ha rifiutato di participare in ancora una strumentalizzazione - il minuto di silenzio per i caduti in Afghanistan. Simonetta Salacone ha spiegato la sua decisione con chiarezza e eloquenza:
Clicca il testo per leggere la lettera intera.

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