lunedì 4 maggio 2009

Marisela Ortiz Rivera: La lotta contro il femmicidio

Ogni settimana a Ciudad Juarez almeno una donna sparisce e di lei non se ne sa più nulla, a meno che i rapitori non decidano di far apparire il suo corpo senza vita e con chiari segni di brutali torture, violenze carnali, asportazioni di parti del corpo e bruciature. È un dolore terribile per questa società, possibile che non ci sia niente che riesca a smuovere coloro che possono fare qualcosa per evitare e fermare questo orrore?

La disperazione e la paura delle famiglie che sanno quando le loro figlie escono di casa ma non quando né se ritornano, e i più di 300 omicidi e le circa 600 sparizioni sembrano non rappresentare un motivo valido per far mettere un freno a questi fatti.

Mia figlia
sequestrata, torturata, morsa, colpita, pestata
bruciata, ammanettata, stuprata, strangolata

senza pieta'
senza cuore
senza anima


per cuore-pietra
per anima-vuota
per mano-diabolica

Mia figlia
scartata come una cosa usa e getta, non riusabile
trattata come rifiuto
come spazzatura.


Mia figlia
sprezzata, diffamata, disgraziata, calumniata
nella sua virtudine
vilemente falsamente

vigliaccamente

Quelli al potere
senza cuore per sentire
senza orecchio per udire
senza occhi per vedere
senza anima per cercare

GIUSTIZIA!!!

Per mia figlia

Eugenia Muñoz

Marisela Ortiz Rivera, insegnante e psicologa è una delle fondatrici dell'associazione Nuestras Hijas de Regreso a Casa, organizzazione costituita da familiari e amici vicini alle giovani assassinate e desaparecidas. Le attiviste de Nuestras Hijas de Regreso a Casa si impegnano a far si che l'opinione pubblica sostenga la denuncia del fenomeno del "femminicidio". Marisela si batte da anni contro l'omertà della gente e la corruzione delle istituzioni. Subendo intimidazioni e attentati. La vita di Marisela è cambiata da quando la sua alunna migliore, Alejandra viene rapita nel febbraio 2001 e mai più ritrovata. Con la madre della ragazza ha avuto la forza di fare a Ciudad Juarez quello che nessuno aveva mai osato: parlare. Ha fondato Nuestras Hijas de regreso a casa ("Che le nostre figlie tornino a casa"), un'associazione di donne unite dal dolore, dalla disperazione, dalla sete di giustizia verso crimini rimasti quasi sempre senza un colpevole.


L'anno scorso, Marisela e' stata a Padova dove le Donne in Nero e le donne del Centro Pandora l'hanno intervistata:

Dove trova una donna il coraggio per affrontare quello che tu stai passando, minacce, tentativi di ucciderti, mobbing, e continui, nonostante tutto vai avanti. Come si fa a convivere con la paura?

Non è una decisione che ho preso da un momento all’altro, credo sia un processo lungo, è un apprendistato che viene da tutte le esperienze che mi sono capitate durante tutti questi anni. Penso che la forza la devi avere quando hai esempi come questi di fronte a te: un gruppo di madri che hanno perso in maniera così tragica le proprie figlie, che vivono senza dormire e pensano sempre alle sofferenze che hanno passato le loro figlie e che nonostante questo dolore lottano per andare avanti, per stare con i propri figli, per cercare la giustizia e per cercare di evitare che altre madri soffrano questo terribile dolore. Allora, quando hai davanti a te questi esempi, non puoi far altro che seguirli. Per me è un grande impegno, l’ammirazione e il rispetto che ho per queste donne mi fanno andare avanti e d’altra parte ho una famiglia che mi ha sempre appoggiato. Certo all’inizio è stato difficile, come ho detto è un processo che non si crea dalla mattina alla sera.

la paura è sempre esistita, non c’è paura che si possa superare così semplicemente. Il fatto di sapere che tutti i giorni puoi perdere la vita per mano di gente che non ha scrupoli è terribile. Credo che non supererò mai la paura, ma tuttavia ho imparato cosa fare con questa paura. Perché prima era una paura che avrebbe potuto paralizzarmi, una paura che mi avrebbe potuto far tirare indietro per dedicarmi ad altro: la mia vita, i miei figli, la mia famiglia, ma ora ho deciso di continuare anche con la paura e mi sono detta che anche con la paura possiamo andare avanti.
La paura non deve farmi nascondere sotto il letto, la paura non deve farmi tenere le braccia incrociate, devo affrontare la situazione per rendermi più coraggiosa e perché la gente che mi minaccia non veda mai la mia debolezza.

Un fascicolo con l'intervista completa insieme a;
  • Micaela da Donne di sabbia di Humberto Robles
  • Juarez da I monologhi della vagina di Eve Ensler
  • Breve scheda su Marisela Ortiz
  • Piccola bibliografia

Costa 3 Euro ed e' da richiedere a

Centro Culturale Pandora
Donne in Nero
Via Tripoli 3
35100 PADOVA
e-mail orvivia@gmail.com

http://centropandora.splinder.com
http://retedidonne.wordpress.com/

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